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purgavano, dicendo così: Mentr’io; cioè Dante, mi dilettava di guardare L’imagini; che erano in quello marmo scolpite, di tante umilitadi; quanto quelle scolpiture dimostravano, de le quali è stato ditto di sopra, E per lo fabro loro; cioè Iddio, che quive l’avea scolpite, a veder care: caro è vedere l’artificio di sì fatto maestro. Secondo la finzione de l’autore, Iddio avea fatto quella scolpitura in quello marmo quando fece lo purgatorio, per dare ad intendere che quelli che sono nel purgatorio ànno pensamento a le virtudi contrarie a li peccati di che si purgano, per le quali ricognosceno li loro errori et ànno debita contrizione dei lor peccati, e pazientemente portano la pena; e così intese di quelli del mondo che sono in stato di penitenzia, e considerando li esempli de le persone virtuose come delli umili ànno dispiacere de la superbia stata in loro, e portano la penitenzia volontieri, et ànno debita contrizione. Ecco di qua; finge che parlasse Virgilio, dicendo le ditte parole, mostrando che venisseno di verso mano sinistra in verso mano ritta, unde era Dante; e però ben dice Virgilio Ecco di qua; di verso me, che anco s’erano volti verso la costa per vedere la storia, e Virgilio era di verso loro, ma fanno i passi radi; questo dice, perchè finge che venisseno adagio, Mormorava l’ Poeta; cioè Virgilio, mormorando dicea le parole ditte, e quelle che seguitano, molte genti: Queste; cioè genti che vegnono di qua, ne invieranno; cioè noi invieranno, a li altri gradi; più alti che questo. Li occhi miei; cioè di me Dante, che a mirar eran contenti; cioè li quali erano contenti a mirare quelle istorie di tanta umilità, Per veder novitadi: ogni uno è vago di veder cose nove; e però dice: ond’ei son vaghi; cioè questa è la cagione, perchè li occhi sono vaghi e non stanno in posa: imperò che sono vaghi di vedere cose nuove, A volgersi in ver loro; cioè in verso quelle genti, non fur lenti; ma solliciti, per vedere le genti che avea ditto Virgilio: imperò che genti venivano loro di rieto, sicché Dante, che era in lato a veder la storia e già volto per andare oltra, si volse a rieto. Et aggiunge uno conforto a lettore, che non pilli sgomento di quello che li dirà ch’elli vidde, dicendo: Non vo’ però, Lettor; cioè o lettore del mio libro, io Dante non vollio però; cioè per quello ch’io dirò, che tu ti smaghi; cioè che tu ti sgomenti e che tu ti manchi: smagare è minorare e mancare, Di buon proponimento; cioè non mancare del tuo buono proposito di fare penitenzia, per udire, Come Dio vuol che l’ debito si paghi; nel purgatorio di po’ questa vita, del peccato commesso. Non attender la forma del martire; cioè non ponere cura a la pena, Pensa la succession; che seguita di po’ la pena; cioè lo premio di vita eterna, pensa che al peggio; che possa avvenire quella pena, Oltra la gran sentenzia non può gire; cioè non può passare lo di’ de l’iudicio: imperò