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   224 p u r g a t o r i o

127Di che l’animo vostro in alto galla!
     Voi siete quasi antonoma in defetto,1
     Sì come venne, in cui formazion falla.
130Come, per sostener solaio e tetto,
     Per mensola tal volta una figura
     Si vede giunger le ginocchie al petto,
133La qual fa del non ver vera rancura
     Nascere a chi lor vede così fatti;
     Viddi io color quando puosi ben cura.
136Ver è che più e men eran contratti,
     Secondo ch’avien più e meno addosso;
     E qual più pazienzia avea nelli atti,
139Piangendo parea dicer: Più non posso.

  1. v. 128. C. A. antomata

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C O M M E N T O


Poi fummo dentro ec. Questo è lo decimo canto de la seconda cantica, nel quale l’autore nostro fìnge che, intrato dentro 1 del purgatorio, sallitte in su la prima cornice del monte, dove fìnge che si purghi lo peccato de la superbia, come più grave che tutti; finge che si purghi di sotto da tutti, più di lunge dal cielo che tutti li altri. E dividesi questo canto in due parti, come abbiamo diviso tutti li altri: imperò che prima descrive lo luogo de la sallita e la cornice e la ripa che è cinta de la cornice, et alcune de l’istorie che erano intalliate ne la ripa, secondo la sua notabile finzione; ne la secunda finge che vi fusse intalliata un’altra istoria, et incomincia a narrare de la pena dei superbi, che finge che si puniscano in su questa prima cornice con nuovo martirio, ben correspondente al peccato de la superbia, quive: Io mossi ’l piè del luogo ec. La prima, che serà la prima lezione, si divide in cinque parti: imperò che prima finge come, intrato elli e Virgilio dentro da la porta del purgatorio, la sentì richiudere sensa voltassi ad essa; ne la seconda descrive la sallita di quinde al primo balso, o volliamo cor-

  1. C. M. dentro dalla porta del purgatorio,