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127Di che l’animo vostro in alto galla!
Voi siete quasi antonoma in defetto,1
Sì come venne, in cui formazion falla.
130Come, per sostener solaio e tetto,
Per mensola tal volta una figura
Si vede giunger le ginocchie al petto,
133La qual fa del non ver vera rancura
Nascere a chi lor vede così fatti;
Viddi io color quando puosi ben cura.
136Ver è che più e men eran contratti,
Secondo ch’avien più e meno addosso;
E qual più pazienzia avea nelli atti,
139Piangendo parea dicer: Più non posso.
- ↑ v. 128. C. A. antomata
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C O M M E N T O
Poi fummo dentro ec. Questo è lo decimo canto de la seconda
cantica, nel quale l’autore nostro fìnge che, intrato dentro 1 del
purgatorio, sallitte in su la prima cornice del monte, dove fìnge
che si purghi lo peccato de la superbia, come più grave che tutti;
finge che si purghi di sotto da tutti, più di lunge dal cielo che tutti
li altri. E dividesi questo canto in due parti, come abbiamo diviso
tutti li altri: imperò che prima descrive lo luogo de la sallita e la
cornice e la ripa che è cinta de la cornice, et alcune de l’istorie
che erano intalliate ne la ripa, secondo la sua notabile finzione;
ne la secunda finge che vi fusse intalliata un’altra istoria, et incomincia a narrare de la pena dei superbi, che finge che si puniscano
in su questa prima cornice con nuovo martirio, ben correspondente
al peccato de la superbia, quive: Io mossi ’l piè del luogo ec. La
prima, che serà la prima lezione, si divide in cinque parti: imperò
che prima finge come, intrato elli e Virgilio dentro da la porta del purgatorio, la sentì richiudere sensa voltassi ad essa; ne la seconda descrive la sallita di quinde al primo balso, o volliamo cor-
- ↑ C. M. dentro dalla porta del purgatorio,