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p u r g a t o r i o ix. |
[v. 115-129] |
discernere. Pria co la bianca; cioè co la discrezione, esaminando e
pesando 1 la gravessa dei peccati e la pena che meritano a sodisfare
ad essa, pensando dentro a sè e dandolo ad intendere al peccatore
e questo è voltare la chiave per la toppa; e dice: Pria; perchè questa dè essere innanti: come lo peccatore àe finita la sua confessione
dè esaminare co lui li peccati ditti da lui, e poscia colla gialla; questa significa l’autorità de l’assolvere e del ritenere, la qual dè
seguire di po’ l’esaminazione, dicendo: Absolvo te ec.; dichiarando di
quel che l’assolve e quel che ritiene se v’è da ritenere. Fece a la porta; cioè del purgatorio, quanto a la lettera, aprendo lo suo serrame; ma a l’allegoria, fece a la colpa del peccato, tolliendola via
co la sua autorità, sì ch’io; cioè Dante, fui contento; in persona di
Dante s’intende d’ogni peccatore che, poiché vede aperto lo verchione dei suoi peccati, volte prima le chiavi per la toppa; cioè per
la colpa, l’animo rimane tutto contento et allegro. Quandunqua l’una d’este chiavi falla, Che non si volga dritto per la toppa; cioè quando
direttamente non si facesse l’esaminazione de’ peccati 2 de la colpa
e l’assoluzione, Diss’el a noi; cioè l’angiulo sopra ditto disse a Virgilio et a me Dante, non s’apre questa calla; cioè la porta del purgatorio. Questa sentenzia finge Dante che li dicesse l’angiulo: imperò
che questa è sentenzia teologica, et a’ Teologi s’appartiene. Per questo dà ad intendere che se colui, che vuole montare a lo stato de
la penitenzia, non esamina dirittamente li suoi peccati, e non se ne
fa assolvere dirittamente, non può mai montare a lo stato de la penitenzia; ma quanto a la lettera occorre uno dubbio; se lo peccatore si confessa da uno sacerdote ignorante, che non sappia esaminare li peccati, nè ancora debitamente fare l’assoluzione, è assoluto
o no quello peccatore? A che si può rispondere che s’elli nol sa che
il sacerdote sia ignorante, o no può avere altro sacerdote, la fede
sua supple 3 lo defetto del sacerdote, et è debitamente assoluto. Or
potrebbe dire lo lettore: Perchè dunqua l’autore puose questa sentenzia? A che si può rispondere che l’autore intese da la parte del
peccatore e non del sacerdote; cioè che s’elli è per suo difetto che
non vollia millior sacerdote, potendolo avere, o non vollia dirittamente esaminare li suoi peccati, e dirittamente farsi assolvere di
quelli dal sacerdote, nolli vale la confessione e non può intrare a
la penitenzia. Più cara è l’una; cioè la gialla, che significa la podestà de l’assolvere e ritenere, ma l’altra; cioè la bianca, che significa
la potenzia del discernere, vuol troppa D’arte e d’ingegno: imperò
che conviene essere lo sacerdote buono teologo, se vuole bene di-
- ↑ C. M. pensando
- ↑ C. M. de’ peccati e della colpa
- ↑ Supple; supplisce, da supplère. E.