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p u r g a t o r i o ix. |
[v. 106-114] |
e: Fa che lavi; cioè Dante, Quando se’ dentro; al purgatorio, queste piaghe; cioè queste cicatrici che io t’ò fatto ne la fronte co la
punta de la spada, disse: cioè l’angiulo ditto di sopra le dette parole
a Dante. Sotto questa finzione l’autor nostro, parlando di sè, insegna
al lettore del suo libro come dè montare a lo stato et altessa de la
penitenzia, dicendo che Virgilio; cioè la ragione tirò lui, cioè la
sensualità sua per li tre gradi de la penitenzia; cioè confessione di
bocca, contrizione di cuore e satisfazione d’opera con buona volontà;
cioè volontorosamente et ammonendolo che con umilità dimandasse
l’assoluzione. Unde dice che con devozione si gittò ai santi piedi
del confessore e domandolli misericordia et assoluzione; ma tre
volte si picchiò lo petto, e che ’l confessore li scrisse ne la fronte
sette P; cioè sette peccati mortali co la punta de la spada, et animonittelo che dentro nel purgatorio lavasse le ditte piaghe, e risanerebbeno tutte. In questo si notano da la parte del peccatore quattro cose; cioè in prima ch’elli vada a la confessione tirato da la
ragione; cioè facendo prima ragione in sè medesimo di tutti li beni
falliti e mali commessi e di tutte le circustanzie loro; cioè del luogo,
del tempo, de la persona, de la cosa, del sesso, de la condizione e
de l’età e delle altre cose che occorreno intorno al peccato da essere considerate, sicché ordinatamente ogni cosa dica poi al confessore. La seconda cosa è che lo peccatore vada volentieri a la confessione e con buono animo, con allegressa et iubilo di mente, considerando che essendo sbandito tornerà in grazia del suo signore
Iddio; che essendo servo del dimonio sera liberato. La tersa cosa è
che con umilità, andato e sallito per li ditti tre gradi, dimandi l’assoluzione: questa umilità dè essere nell’animo, et in segno dè essere
nel corpo, inginocchiandosi ai piedi del sacerdote; e dè dimandare a
lui, siccome vicario di Cristo, misericordia et assoluzione con devozione grandissima. La quarta cosa è che tre volte si dè percuotere
lo petto, nel quale sta lo cuore nel quale è stata la volontà del mal
fare, sì che dica sua colpa de l’avere mal pensato, male parlato, e
mal operato; sicché si sodisfaccia a Dio in tre modi, come in tre
modi s’offende; cioè col cuore, colla bocca, e coll’opera. E dalla
parte del sacerdote dè essere due cose; cioè prima, la discrezione e
cognoscimento dei peccati mortali e veniali; e così dia a cognoscere
al peccatore quale dei peccati confessati sia mortale e quale veniale;
e questo è scrivere ne la fronte; cioè fare palese al peccatore quello in che àe offeso Iddio. E dice: Col punton de la spada; cioè co la
sottilliessa de la iustizia mista con misericordia, e però dice puntone, lieli faccia noti e palesi al peccatore. E la seconda cosa che
dè avere lo sacerdote è ch’elli dè ammonire lo peccatore che dei
peccati confessati faccia la debita penitenzia, e quella li dè impone-