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c o m m e n t o |
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dane, che ci tiene la entrata de la penitenzia che non ci lassa intrarc
ad essa et in essa. Ma dice che questa intrata, innanti che si salli
ad essa àe tre gradi che significano tre atti che dè fare lo peccatore, quando vuole montare a purgarsi de le suoe peccata; cioè confessarsi co la bocca, avere la contrizione del cuore e la satisfazìone
de l’opera, come si mosterrà di sotto; e sono diversi di colore: imperò che questi sono atti differenti. Et un portier; cioè viddi io
Dante uno portinaio 1, che ancor non facea motto; cioè non dicea
niente, perchè non eravamo anco approssimati per montare. E come l’occhio; cioè mio, dice Dante; cioè l’occhio dello intelletto, più e più v’apersi; cioè per mellio vederlo e comprenderlo, Viddil seder; cioè
io Dante quello portinaio, sopra ’l grado sovrano; cioè sopra lo
terso scalone, Tal ne la faccia; cioè sua; cioè sì splendiente, ched io;
cioè Dante, nol soffersi; cioè non potetti patire di ragguardarlo. Et una spada nuda aveva in mano; cioè quello portonaio, Che rifletteva i raggi; ch’escivano di quella faccia del portonaio, e percoteano in
su la ditta spada, e la spada li riflettea poscia verso noi; e però
dice: sì ver noi; cioè in verso Virgilio e me Dante, Ch’io; cioè
Dante, dirizzava spesso li occhi in vano: imperò che la mia vista
non potea patire lo splendore di quelli raggi riflessi. Questo portonaio, che l’autore finge qui secondo la lettera che sia uno angiulo
posto a guardia del purgatorio, significa allegoricamente lo sacerdote lo quale è portonaio de la penitenzia: però che sensa lui non
si può ad essa intrare, se non fusse già che avere non si potesse.
Finge che non facea motto: imperò che il sacerdote non dè assolvere chi nol dimanda; ma s’elli è richiesto, dè essere presto et apparecchiato: che elli segga in sul solliare de la porta che è di diamante, come si dirà di sotto, e tegna li piedi in sul porfido significa
ch’elli dè stare a sedere; cioè in stato pacifico, umile e quieto in
su la fermessa de la santità et onestà, avendo li piedi; cioè le suoe
affezioni ine la satisfazione, e sopra la satisfazione dell’opera fervente col fervore de la carità: la faccia, cioè l’apparenzia e li atti
tutti denno essere sì splendienti di virtù, che la sensualità nostra
nolli possa comprendere; o volliamo intendere che da la faccia;
cioè da la testa, ponendo la parte per lo tutto, dè procedere virtù,
sapienzia e scienzia sì luminosa, che la sensualità umana nolla
possa comprendere. La spada che tiene in mano significa la iustizia
che dè avere ne le suoe opere, la quale dè essere nuda, non velata,
nè coperta d’ipocrisia, ne la quale denno perquotere 2, e quindi in
verso li altri riflettere, li raggi de la sua sapienzia e scienzia; cioè
che l’opere suoe iuste, inluminate de la sapienzia e de la scienzia,
- ↑ C. M. portenaio,
- ↑ C. M. percuotere, e quinde