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p u r g a t o r i o ix. |
[v. 43-63] |
Dante; perchè la sensualità à bisogno d’esser certificata da la ragione, che la ragione per sè comprende. Vedi là il balzo che ’l chiude
d’intorno; cioè l’altessa talliata di pari intorno del monte che ’l chiude d’intorno. Vedi l’entrata; cioè la porta d’entrarvi dentro, dove
par disgiunto; cioè diviso lo detto balso. E questo li mostra, perchè
non si disperi de lo entrarvi; e perchè non si meravilli come vi sia
venuto li dichiarò 1 lo modo, dicendo: Dianzi, nell’alba che precede il giorno: lo giorno fa la presenzia del Sole, et innanti che apparisca
lo Sole, apparisce l’alba nell’oriente per li raggi suoi che illuminano
la parte, d’unde sallie. Quando l’anima tua dentro dormia: sola la
parte sensitiva dell’anima è quella che dorme, che la vegetativa
non dorme mai mentre che si vive; la ragionevile alcuna volta dorme, alcuna volta no, sì come quando l’omo sogna: e però avale
intende de la virtù sensitiva per l’anima, e dice dentro per denotare che alcuna volta l’omo vegghia, et è sì ratto d’alcuno pensieri
che niente comprende coi sentimenti. E però adiunge: Sopra li fiori, onde laggiù è adorno; quanto a la lettera, nel prato dove finge
che s’addormentasse dove erano quelli signori; ma allegoricamente
vuole intendere li atti politichi virtuosi dei signori, tra quali spesse
volte ci addormentiamo lassando l’opere più virtuose, Venne una donna, e disse: Io son Lucia. Manifesta ora la ragione a la sensualità, com’ ella è stata levata suso in alto; cioè per una donna che la
chiama Lucia, come la chiamò nel principio de la prima cantica
ancora; e questa significa la grazia di Dio illuminante, la quale fa
l’omo cognoscere quello che li è bisogno a la sua salute, e dimandare
lo dono de l’amore de lo Spirito Santo, lo quale rape 2 l’anima e
portela in allo e falla ardere de l’amore di Dio. Lassatemi; finge
Virgilio ch’ella parlasse a lui et alli altri che erano con lui: cioè
Sordello, Giudici Nino e marchese Currado, dei quali era occupata
allora la fantasia di Dante, pilliar costui; cioè Dante, che dorme;
occupato nei pensieri de le cose mondane e di loro, Sì l’agevilerò per la sua via: quando la grazia di Dio ci illumina, ci fa più agevile
la via del montare a Dio, al quale non si può montare se prima
non si monta a lo stato de la penitenzia. Sordel rimase; quanto a la
lettera nel prato 3 di sopra; quanto all’allegoria rimase, che uscitte
de la fantasia di Dante, e l’altre gentil forme; cioè Giudici Nino e
marchese Currado, perchè la ditta grazia lo illuminò che si dovea
trattare d’altra materia, et uscire di quella. Ella; cioè Lucia, ti tolse; cioè te Dante, e come l’ di’ fu chiaro; questo dice, per confermare quello che ditto fu di sopra, che di di’ si monta; ma di notte
- ↑ C. M. li dichiara
- ↑ C. M. rapisce e portala
- ↑ C. M. nel prato ditto di sopra;