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ria, in de la quale si dè trattare litteralmente de lo stato de l’anime passate di questa vita, poste a purgare le loro peccata; et allegoricamente de lo stato delli uomini che sono in questa vita in atto di penitenzia; e per tanto fa l’auditore noto de la materia che dè trattare; e così acquista docilità, benivolenzia et attenzione come fanno li poeti et autori nelli esordi.

C. I — v. 7-12. In questi due ternari lo nostro autore fa la sua invocazione, come usanza è dei poeti d’invocare l’aiuto divino nei princìpi de’ loro poemati, dicendo: Ma qui; cioè in questa seconda cantica sì, come ne la prima ancora, la morta poesi: poesi è scienzia che s’appartiene ai poeti, che insegna a fingere e componere le cose non vere sì, che paiano vere; e perchè al tempo dell’autore già tale scienzia poco era in uso, anco niente, però si potea dire morta; e però dice: risurga; cioè ritorni in uso; o volliamo intendere che morta fusse la poesi, quando trattò de le cose infernali dove è morte perpetua; però risurga qui dove tratta de la penitenzia, per la quale l’anima della morte del peccato si rileva e torna a la vita de la grazia, O sante Muse: qui invoca l’autore le muse le quali invocò ancora ne la prima cantica nel secondo canto; e però chi vuole la sposizione di quelle, ricorra quive, poi che vostro sono; io Dante. Ogni poeta è de le muse: imperò che li poeti sono ministri et officiali de le muse e d’Apolline, lo quale era detto dio de la divinazione e de la sapienzia; e però a lui erano attribuite le muse; cioè suoe ministre e servigiali, per che tutte serveno a la sapienzia. Anco elli era detto lo decimo: imperò che chi avea le nove condizioni, che sono figurate per le 9 muse, avea poi la decima; ch’elli era savio e divino delle cose venture: però che per conietture molte cose lo savio uomo previde1; e però bene dice l’autore ch’elli era de le muse: però che nei loro ofici sè esercitava. E qui; cioè in questa cantica seconda, Calliope; cioè la nona de le muse che è chiamata Calliope; cioè ottima voce, alquanto surga; cioè si levi: imperò che, qui; cioè in questa cantica seconda è più alto stile che ne la prima; e però si può dire che si levi che quive2 stette cheta, e bassa quanto a la materia, e quanto al modo del dire; ma dice, alquanto; perchè ne la terza al tutto si leverà: imperò che quive monsterrà ogni sua potenzia nel modo del dire e ne la materia, Seguitando il mio canto; cioè che io metterò in questa cantica, con quel suono; cioè con quel modo del dire, Da cui; cioè dal qual modo, le Piche misere; cioè le figliuole di Pierio che funno mutate in piche; cioè in gazze, ovvero taccule: imperò che queste due spezie d’uccelli paiano essere d’una medesima natura, se non che sono

  1. Il C. M. prevede; - ed il nostro previde alla maniera latina. E.
  2. C. M. quine