52Dianzi, nell’alba che precede il giorno,
Quando l’anima tua dentro dormia
Sopra li fiori; onde laggiù è adorno,
55Venne una donna, e disse: Io son Lucia:
Lassatemi pilliar costui che dorme:
Sì l’agevilerò per la sua via.
58Sordel rimase, e l’altre gentil forme:
Ella li tolse; e come l di’ fu chiaro,
Sen venne su, et io per le sue orme.
61Qui ti posò; e pria mi dimostraro
Li occhi suoi belli quella intrata aperta,
Poi ella e ’l sonno ad una se n’andare.
64A guisa d’om, che in dubbio si raccerta,
Et in conforto muta sua paura,1
Poi che la verità li è discoperta,
67Mi. cambiai io; c come senza cura
Vidde me il Duca mio, su per lo balzo2
Si mosse, et io dirieto in ver l’altura.
70Lettor mio, vedi ben com’io inalzo
La mia materia e però con più arte
Non ti meravilliar s'io la rincalzo.
73Noi ci appressammo e derivammo in parte,3
Che là dove mi parea prima rotto,4
Pur come un fesso che muro diparte,
76Viddi una porta, e tre gradi di sotto,
Per gir ad essa, di color diversi,
Et un portier che ancor non facea motto.
79E come l’occhio più e più v’apersi,
Viddil seder sopra ’l grado sovrano
Tal ne la faccia, ched io nol soffersi :5
- ↑ v. 65. C. A. E che muti in conforto
- ↑ v. 68. C. A. Gimmo, e il Duca mio,
- ↑ v. 73. C. A. et eravamo in
- ↑ v. 74. C. A. Colà
- ↑ v. 81. C. A. nella vista,