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190 | p u r g a t o r i o viii. | [v. 133-139] |
seno e potessenla campare, e però fìnseno che lo montone volse lo capo a rieto, per vedere Elle quando annegò, c però lo dipingono col capo a rieto; e quando Frisso fu passato nell’isola di Colco, scorticò lo ditto montone et empiette lo cuoio di pallia e consecrolle a Marte nel tempio suo. E questo finseno, perchè Frisso quello bello sendale 1 del montone dell’oro offerse nel tempio di Marte; e queste altre cose aggiunscno che sono impossibili, per mostrare che fusse iddio; cioè che Giove prese lo corpo del montone e puoselo in cielo in quello forma nel zodiaco; e però dice l’autore: Con tutti quattro piè cuopre et inforca: lo cerchio del Sole ò molto distante dal zodiaco; ma quando è 2 nel suo stato l’Ariete, lo Sole nel suo cerchio, allora si dice essere coperto dall’Ariete et inforcato, e questo non può essere se none una volta l’anno, e però per sette volte s’intendono sette anni, si ch’elli vuole dire che non passeranno sette anni, Che cotesta cortese opinione; cioè che tu, Dante, ài de la casa mia la quale fu detta di sopra, Ti fie chiavata in mezzo de la testa; cioè fie fermata nel tuo cerebro, dov’è la sedia dello intelletto umano, Con altri, o vero, Con maggior chiovi; cioè con maggiore, o vero altra fermessa, che d’altrui sermone; cioè che di parlare d’altrui: però che il vedrai per effetto e per opera quello, che tu ne credi e che se ne dice: Se corso di giudicio; cioè se lo corso de le costellazioni, unde si pillia lo iudicio di quello che dè venire da li Astrologi, non s’arresta; cioè non si ferma, sicché non compia lo suo effetto; e così dimostra che le influenzie del cielo possano essere impedite da la volontà di Dio. E qui finisce lo canto ottavo, et incomincia lo nono.
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