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stelo; cioè al suo perno 1. Fa qui similitudine che, come la rota presso al perno à più tardo movimento che a la sua circunferenzia; così lo cielo presso al polo à più tardo movimento che di lungi: imperò che in tanto tempo fanno le stelle di lungi la sua grande revoluzione, in quanto quelle stelle che sono presso fanno lo suo picculo giro. E il Duca mio; cioè Virgilio disse a me Dante: Filliuol, che lassù; cioè in cielo, guarde? Dimanda Virgilio a Dante quello che avvisa in cielo; unde Dante lie dichiara. Et io; cioè Dante, a lui; cioè a Virgilio dissi: A quelle tre facelle; cioè stelle che risplendeno come fiaccule piccule 2 ragguardando, Di che il popul di qua, cioè questo che è in questo emisperio, nel quale fìnge che fusse allora, tutto quanto arde; cioè risplende. Intendendo di quelli del purgatorio si dè intendere che ardono e risplendeno de l’ardore de la carità che ànno perfetta, e de la speranza che ànno certa; ma non anco riposata, e dei meriti de la fede ch’ebbeno nel mondo; ma intendendo di quelli del mondo che entrano a la penitenzia, è vero che denno risplendere de le dette virtù sensa le quali niuno si può salvare, et a quelle avere ardente desiderio et essere in esse fervente. Queste tre stelle, che l’autore finge vedere presso al polo dell’altro emisperio montare suso, venutane la notte, significano le tre virtù teologiche; cioè fede, speranza e carità, le quali funno eognosciute dalli omini, poi che Cristo venpe che le manifestò al mondo: imperò che innansi viveano li omini secondo le quattro virtù cardinali; cioè iustizia, prudenzia, fortessa e temperansa, e con quelle si governavano. E le sopra ditte tre nel Vecchio Testamento da pochi funno cognosciute, e perciò fìnge l’autore che le quattro fusseno suso la mattina, che significa lo tempo passato innanti; e le tre la sera, che significa lo tempo del Nuovo Testamento, seguitato poi; e però finge che Virgilio, che significa la ragione, li risponda dicendo così: Ond’elli; cioè Virgilio, a me; cioè Dante rispuose: Le quattro chiare stelle; che significano le virtù cardinali, Che vedemmo staman; questo appare nel primo canto di questa cantica sudetta 3; et allegoricamente significa che funno innanti cognosciute dalli omini, son di là basse: però che ànno fatto la sua revoluzione, quanto a la lettera; e secondo l’allegoria finge questo, per mostrare che a quelli del mondo che sono in stato di penitenzia, sono già in abito le suprascritte quattro virtù, e sono meno in esercizio che le tre. E queste son sallite; cioè le tre teologiche virtù, ov’eran quelle; cioè le quattro cardinali: imperò che sono in atto. Quanto a la lettera è verisimile finzione che, se intorno al polo per alcuna

  1. C. M. perno; cioè pollego.
  2. C. M. stelle piccole ragguardo, Di che
  3. C. M. cantica seconda; et allegoricamente