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come Sordello e Giudici Nino si meravillionno de la sua risposta; cioè ch’elli fusse col corpo; e come Giudici Nino li impone ch’elli lo raccomandi a la filliuola che preghi per lui, dicendo così: E come fu la mia risposta udita; cioè poiché Sordello e Giudici Nino ebbeno udito la risposta di me Dante, Sordello et elli; cioè Giudici Nino, indietro si ricolse; cioè si tironno a rieto, come chi si ineravillia, Come gente di subito smarrita; cioè levata del sentimento subitamente. L’un a Virgilio; cioè Sordello si volse a Virgilio, e l’altro; cioè Giudici Nino, ad un si volse. Che sedea lì; cioè in quil luogo, gridando: Su Currado; cioè sta su, Vien a veder; cioè quello, che Dio per grazia volse; cioè per singulare grazia à volsuto concedere a costui che co la carne sia venuto nel purgatorio. Questa è conveniente finzione, secondo la lettera; ma allegoricamente si dè intendere, com’è stato ditto di sopra, che singulare grazia di Dio è che Dante col suo ingegno fingesse sì alto poema, come è questo, e di sì alta materia. Questo Currado fu marchese Currado Malaspina, del quale si dirà di sotto. Poi volto; cioè Giudici Nino, a me; cioè Dante: Per quel singular grado; cioè per quella singulare grazia, Che tu dèi; cioè che tu se’ tenuto di rendere e di ricognoscere, a colui, che si nasconde; cioè appiatta a noi omini, Lo suo primo perchè; cioè la sua prima cagione, che non v’è guado; cioè che non vi si può passare a comprenderla. Iddio è prima cagione di tutti li movimenti corporali e spirituali e di tutte le cose che si fanno; li angiuli, li cieli co le loro influenzie, li omini, li dimoni sono cagione seconde de le cose che si fanno nel mondo, come dice santo Agostino: Voluntas Dei est prima et summa causa omnium corporalium et spiritualium motionum: nihil enim visibiliter aut sensibiliter fit, quod non de illa invisibili, ac intelligibili aula summi Imperatoris aut iubeatur, aut permittatur, ec.; e Boezio in iv. de la Filosofica Consolazione dice: Sive igitur famulantibus quibusdam providentiœ divinis spiritibus, factum exerceatur, seu anima, seu tota inserviente natura, seu cœlestibus syderum motibus, seu angelica virtute, seu dœmonum varia solertia seu aliquibus eorum, seu omnibus fatalis series texitur. E questa prima cagione Iddio la tiene in sè, sicché li omini nolla possano comprendere col suo ingegno, se Dio non la rivelasse per la sua grazia. E massimamente intende questo l’autore nostro de le grazie date alli omini da Dio che non si può vedere per niuno, perchè Iddio dà più grazia ad uno omo che non fa a uno altro; e così finge l’autore che Giudici Nino lo sconiuri per Dio, descrivendolo per lo modo che ditto è. Quando serai; cioè io ti prego, Dante, che, quando serai nel mondo; e però dice: di là da le larghe onde; cioè di là da l’oceano, néll’altro emisperio: imperò che àe finto che il purgatorio sia in isula ne l’oceano, nell’emisperio opposito al nostro, come ap-