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[v. 43-60] | c o m m e n t o | 177 |
quale via dovesse venire questo serpente, Mi volsi intorno; per vedere, s’io lo vedesse, e stretto m’accostai Tutto gelato; per la paura del serpente, che avea udito nominare a Sordello, a le fidate spalle; cioè a Virgilio che significa la ragione. E per questo dà ad intendere l’autore che molte sono le vie, per le quali lo dimonio ci assalisce co le suoe tentazioni: tentazione è quando lo dimonio cerca in che peccato elli possa fare cadere l’omo; e quando elli à preso esperienzia de l’omo e vede che elli è meno forte 1 in uno peccato che in uno altro, et elli li dà la battallia battendoli 2 li mali pensieri, dandoli abilità et acconcessa a quel peccato, e farebbelo cadere: tanto è la forsa sua, se non fusse la grazia di Dio che ’l difende. E co la grazia di Dio conviene all’omo operare quello che può, per difendersi et accostarsi a la ragione, che grida sempre contra ogni peccato e vizio, e non à paura quando si sente accompagnata co la grazia di Dio che la guarda.
C. VIII — v. 43-60. In questi sei ternari lo nostro autore finge come Sordello guidò lui e Virgilio giuso ne la valle tra li signori; e come ne ricognove alquanti, dicendo così: Sordello; cioè lo mantovano che li avea menati a la valle dei signori, allora; che li angiuli che erano discesi di cielo a la guardia della valle per lo serpente, disse a Virgilio et a Dante: Or; questo vulgare or usiamo a confortare, come deh a pregare, valichiamo omai; cioè giuso ne la valle, Tra le grandi ombre; cioè tra li signori: però che tutti erano stati signori nel mondo, che ditto è di sopra, e parleremo ad esse; quando saremo con loro, Grazioso fi’ lor vederle assai; cioè elli aranno assai a grado di vederti. Solo tre passi credo ch’io; cioè Dante, scendesse; da la costa del monte giù ne la valle. Questo finge secondo la lettera, per mostrare quanto più era bassa la valle, che la costa del monte; ma secondo l’allegoria l’autore nostro ebbe altro intendimento: imperò che, come ditto è, montare lo monte del purgatorio significa in del nostro autore lo montamento che elli facea all’altessa de la purità co la fatica de la penitenzia; a la quale altessa sempre montava con tre passi; cioè con la contrizione del cuore, co la confessione de la bocca, e co la satisfazione dell’opera. E questi tre passi avea sempre fatto in ogni specie di negligenzia, la quale avea passato infine a quella de’ signori che è l’ultima, et anco in quella àe l’ultimo; ma perchè non li era bisogno, che non avea peccato in tale specie di negligenzia, però fatto similmente, purgandosi con questi tre passi d’ogni macula di negligenzia commessa, ora dice
che scese, secondo lo suo credere, solamente tre passi, perchè lassò
Purg. T. II. | 12 |