40Chi siete voi, che contra il cieco fiume
Fuggito avete la prigione eterna?1
Disse el, movendo quelle oneste piume.
43Chi v’à guidati? e chi vi fa lucerna,2
Uscendo fuor de la profonda notte,3
Che sempre nera fa la valle inferna?
46Son le leggi d’abisso così rotte?
O è mutato in Ciel nuovo consillio,
Che dannati venite a le mie grotte?
49Lo Duca mio allor mi diè di pillio,
E con parole, e con mani, e con cenni,
Reverenti mi fe le gambe e il cillio.
52Poscia rispuose a lui: Da me non venni:
Donna scese dal Ciel, per li cui preghi
De la mia compagnia costui sovvenni.
55Ma da ch’è tuo voler che più si spieghi
Di nostra condizion, com’ella è vera,
Esser non puote il mio che a te si neghi.
58Questi non vidde mai l’ultima sera;
Ma per la sua follia li fu sì presso,
Che molto poco tempo a volger era.
61Sì, come io dissi, fui mandato ad esso
Per lui campare, e non v’era altra via,
Che questa per la quale io mi son messo.
64Mostrato ò a lui tutta la gente ria,
Et ora intendo a mostrar quelli spirti,
Che purgan sè sotto la tua balia.
67Come io l’ò tratto seria lungo a dirti:
Dell’alto scende virtù, che m’aiuta
Conducerlo a veder te et a udirti.
- ↑ v. 41. C. M. pregione
- ↑ v. 43. C. M. fu lucerna,
- ↑ v. 44. C. M. della