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al romano imperio per vicari e per signori, et operavano iustizia e mantenevano le province con ragione e con iustizia in pace e buono stato; ora sono tutti diventati meretrici, acconci pure ad impiere le borse con moccobelli, furti e rapine facendo ricomprare li sudditi e vendendo la ragione e la iustizia, guadagnando con sosseza, come fa la meretrice che guadagna con sosseza del suo corpo. E di tutti questi mali è cagione l’odio nato tra li abitatori, venuta meno tra loro la carità; e però seguita: Quell’anima gentil; cioè Sordello, fu così presta; cioè sollicita, Sol per lo dolce suon de la sua terra; cioè udendo nominare a Virgilio Mantova, come appare di sopra, Di far al cittadin suo; cioè a Virgilio, quivi; cioè ne la sallita al purgatorio, festa; cioè allegressa. mostrandoli grande carità et amore. E questa è conveniente finzione: imperò che in purgatorio sono l’anime, che sono ne la grazia di Dio, tutte piene di carità. Ora; cioè in questo tempo, in te; cioè in Italia, non stanno senza guerra; dice l’autore ad Italia, continuando la sua esclamazione, Li vivi tuoi; cioè quelli che sono vivi tuoi abitanti, e l’un l’altro si rode; cioè consuma e divora, Di quei che un muro et una fossa serra; cioè di quelli che abitano una medesima città, non che dei coniunti e de’ lontani. Cerca, misera; continua l’autore la sua invettiva contra Italia, dicendo: Misera, cerca intorno da le prode Le tuoe marine; cioè de le sponde le tuoe marine; dice perchè n’à tre, cioè una di verso mezodi’ dov’è lo mare che si chiama Tirreno, e l’altra di verso settentrione dov’ò lo mare che si chiama Adriaco, e l’altra di verso oriente dove lo mare si chiama in parte Adriaco et in parte Ionio; sicchè l’Italia è in mezzo tra du’ mari; tra l’Adriaco e ’l Tirreno, e da capo àe l’Ionio in parte, et in parte l’Adriaco, e poi ti guarda in seno; cioè in fra terra nel mezzo di te, dove si stende lo monte Appennino per tutta l’Italia, come detto fu di sopra, Se alcuna parte; cioè o de le marine o terrene, in te di pace gode; e questo dice, perchè le cittadi marine guerreggiavano insieme e le mediterranee; et erano tutte le più divise1 come è anco ora più che mai. E per questo è da sapere che l’Italia à molte province, de le quali quale àe confine in sul mare di Venezia; cioè Adriaco; e quale è in sul Tirreno; cioè di Genova e di Pisa e di Roma et oltra infine a la Sicilia; cioè a Reggio che è incontro a la Sicilia; e quale infra terra che non à capo a marina. La prima che àe capo in sul mare di Venezia, che è una de le porzioni d’Italia, si è Romagna, ne la quale è Ravenna, Arimino et altre cittadi; poi si è la Marca anconitana; cioè Pesaro, Fano, Sinigaglia, Ancona, Fermo, le Grotte, San Fabiano,

  1. Al presente, mercè la Providenza Divina, codeste divisioni sembrano quasi dileguate, e l’Italia tornerà potente e gloriosa. E.