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132 | p u r g a t o r i o vi. | [v. 76-93] |
Virgilio ch’erano mantovani, pone una sua invettiva, o vero esclamazione in contra a più persone; e dividesi in cinque parti, perchè prima pone l’esclamazione sua incontra Italia; ne la seconda, incontra Alberto imperadore, quive: Guarda com’esta fera ec.; ne la tersa lo invita che vegna a vedere li danni che sono seguiti de la sua assenzia, esclamando contra lui, quive: Viene a veder Montecchi ec.; ne la quarta, esclamazione1 contra Dio, quive: E Se licito m’è, o sommo Giove, ec.; ne la quinta fa esclamazione contra Fiorensa, riprendendola d’alquanti vizi, quive: Fiorenza mia, ec. Divisa la lezione, ora è da vedere la sentenzia del testo coll’allegorie, o vero moralità.
C. VI — v. 76-93. In questi sei ternari lo nostro autore fìnge che, veduta la festa che fece Sordello a Virgilio per amore de la patria, elli si commovesse a dire contra Italia, riprendendola dell’odio che ànno l’Italiani tra loro; et usa qui uno colore retorico che si chiama esclamazione, o vero in greco apostrofa, del quale è stato detto di sopra ne la prima cantica, dicendo così: Ahi; questa voce è una parte d’orazione che in Grammatica si chiama interiezione esclamativa, e significa ira e corruccio, serva Italia: Italia è una parte d’Europa, la quale occupata in qua di rieto di Greci, fu chiamata la Grande Grecia; poi del nome del re Saturno, Saturnia; e poco stante fu chiamata Lazio, perchè in essa s’appiattò Saturno cacciato di Creta da Giove suo filliuolo; et all’ultimo fu chiamata Italia dal nome del re Italo re di Sicilia, lo quale venne a regnare in Italia di Sicilia. Lo sito d’Italia è più per lunghessa che per larghessa: stendesi da l’occidente, incominciando da la Provensa; cioè dall’alpe del monte Appennino che cingeno Italia dall’occidenti et incominciano tra Nissa e Savona; e l’uno braccio de le ditte alpi che si chiama Appennino si stende per mezzo d’Italia e li monti Silici e li termini de le fine di Pannonia infine a lo fiume Adda, et adiungesi con essa Istria in verso l’oriente infine a Reggio, che è incontra alla Sicilia, et anco la Sicilia si dice essere de l’Italia. E di Reggio, dove la terra finisce, si stende in verso settentrione e levante come un braccio de la mano in verso lo govito2; sicchè Reggio è in su la mano, et inde si stende e monta infine al govito, e quive è Taranto e poi è lo mare chiamato golfo di Venezia, o vero Adriaco; e da inde in giuso in fine a Venezia è lo detto golfo; e di sopra il braccio, dove finisce l’Italia, è lo mare Adriaco ancora per grande parte, et inverso oriente e mezzodi’ lo mare Ionio. E per larghessa si stende da le