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mortale, e per quello obligati a lo inferno: anco è vero che non vale loro prego quanto a la salute dell’anima, perchè sono privati de la grazia di Dio; può valere loro lo prego ai ben temporali et ad avere la grazia illuminante. Et aggiunge la cagione: Perchè il prego da Dio era disgiunto; cioè separato. Allora è lo prego separato da Dio, quando si fa per li dannati che sono nell’ira di Dio, o da persona che sia in peccato mortale che è privata de la grazia di Dio, come chi è in bando de la sua citta che non è udito a ragione, infine a tanto che non è remesso e ribandito. Veramente; ammonisce ora Virgilio Dante, dicendo che in sì alti dubbi non si fermi, se non a quella parte che determina la Santa Scrittura; e però dice: a così alto sospetto; cioè dubbio, Non ti fermar; tu, Dante, ad alcuna de le suoe parte, se quella non tel dice; ecco che la descrive, Che; cioè la quale, lume siè1 tra il vero e lo intelletto: lo vero è obietto de lo intelletto, e come la cosa veduta è obietto del vedere e non si può comprendere senza mezzo de la luce; così lo vero non si può comprendere da lo intelletto, se non per mezzo del lume naturale lo quale è messo nell’anima da Dio. Ma questo non basta a tutte le verità da essere cognosciute: però che sono certe cose, come sono le divine, che trascendeno lo nostro lume naturale; e però a questo è bisogno lo lume de la grazia di Dio illuminante, la quale è significata ora per Beatrice, e però descrittola la nomina, dicendo: Non so se intendi; dice Virgilio a Dante, io dico di Beatrice: ben si li conviene questo nome per propietà: imperò che ella è quella che beatifica l’anime nostre. Tu la vedrai di sopra; cioè da tutte le cose terrene: imperò che la grazia avansa ogni cosa terrena, dice Virgilio a Dante; cioè Beatrice, in su la vetta; cioè in su la cima, Di questo monte; cioè del purgatorio sopra la spera del fuoco, dove l’autore finge che sia lo paradiso delitiarum —, ridente e felice; cioè allegra e beata; e però finge l’autore questo: imperò che in tale luogo prima sì fatta grazia fu data da Dio a l’omo. E mentre che stette in essa, stette ridente e felice, et in tale luogo non sarebbe possibile che l’omo stesse sensa la detta grazia, e questo è quanto a la lettera; ma allegoricamente chi àe tale grazia perfettamente, elli è co la mente sempre levato a la contemplazione di Dio, dove sente tutti diletti che avere si possono che perfettamente contentino l’anima; sicchè sempre sta ridente e felice, levato col pensieri sopra tutte le cose terrene.
C. VI — v. 49-60. In questi quattro ternari lo nostro autore finge che, fatto desideroso del sallire per la promissione di Virgilio, promessoli di sopra ch’elli vedrebbe Beatrice in su la cima del
- ↑ Siè; siede, da sere frammessovi l’i, come in diè e cotali. E.