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la sala, dove stava lo detto messere Benincasa ad audienza, al banco de la ragione l’uccise e levolli la testa e vennesene scusa niuno impedimento; e però dice l’autore che tra li sei era l’Aretino; cioè messer Benincasa d’Aresso, che; cioè lo quale, da le braccia Fiere; cioè crudeli, di Ghin di Tacco; da Siena, ebbe la morte: però che fu morto da lui, come ditto è. E l’altro che annegò correndo in caccia; questi fu uno giovano1 delli Terlati d’Aresso che ebbe nome Ciaccio lo quale a la sconfitta di Monte Aperto, o di Campaldino, fu perseguitato da quelli da Rondina; unde fuggendo, e coloro cacciando pervenne al fiume dell’Arno, e volendolo passare per paura de’ nimici che ’l perseguitavano, annegò nel detto fiume. Quivi; cioè in quel luogo, pregava co le mani sporte; cioè Dante che lo raccomandasse ai suoi, facendo l’atto co le mani, Federico Novello; questi fu filliuolo del conte Guido dei conti Guidi da Casentino, lo quale fu morto da Fumaiuolo di messer Alberto de Bostuli d‘Arezzo, e quel da Pisa; questi fu Farinata filliuolo di messer Marzucco de li Scornigiani da Pisa; lo quale messer Marzucco fu cavalliere e dottore di legge, et essendo ito in Maremma cavalcando da Suvereto a Scherlino, ne la via si fermò lo cavallo per uno ismisurato serpente, che correndo attraversò la strada, del quale lo detto messer Marzucco ebbe grandissima paura; et avvotossi di farsi frate minore, e così fece poi che campato fu del periculo, non restato mai di correre lo cavallo in fine a le porte de Scherlino2. Lo quale serpente quelli de la contrada ucciseno, poi messo nel bosco molte troie coi loro porcellini, le quale vedendosi tolliere dal serpente li loro porcellini si li aggreccionno addosso tutte insieme et ucisello3. Fatto frate lo detto messer Marzucco, avvenne caso che Farinata sopra detto suo filliuolo fu morto da uno cittadino di Pisa; unde lo detto messer Marzucco colli altri frati di Santo Francesco, andati per lo corpo del detto suo filliuolo, come usansa è, fece la predica nel capitolo a tutti consorti, mostrando con bellissime autoritadi e verissime ragioni che nel caso avvenuto non era nessuno milliore remedio che pacificarsi col nimico loro; e così ordinò poi che si fece la pace, et elli volse baciare quella mano che avea morto lo suo filliolo; e però dice lo testo, Che fe parer lo buon Marzucco forte: ne la morte del filliuolo si vidde la bontà, la costanzia e fermessa del padre. Viddi il conte Orso; cioè io Dante tra li sopra ditti viddi lo conte Orso: questi fu

  1. Presso gli antichi, ed in alcuni luoghi di Toscana, truovasi giovano pel genere maschile, e giovana pel femminile. Abbiamo nell’Ugurgieri En. lib. i «giovano felice». E.
  2. C. M. di Scherlino.
  3. Uccisello; uccisenlo, ucciserlo, perchè i nostri padri, incorporando alla terza persona del plurale il pronome lo, la, levata l’ultima vocale del verbo, per cagione di miglior suono mutavano l’n od r in l. E.