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c a n t o    vi. 121

106Viene a veder Montecchi e Cappelletti,1
     Monaldi e Filippeschi, uom senza cura;
     Color già tristi, e questi coi sospetti.
109Vien, crudel, vieni e vedi la pressura
     Dei tuoi gentili, e cura lor magagne,
     E vedrai Santafior com’è sicura.
112Viene a veder la tua Roma che piagne,1
     Vedova, e sola e di’ e notte chiama:
     Cesare mio, perchè non m’accompagne?
115Viene a veder la gente quanto s’ama;1
     E se nulla di noi pietà ti move,
     A vergognar ti vien de la tua fama.
118E se licito m'è, o sommo Giove,
     Che fosti in terra per noi crocifìsso,
     Son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
121O è preparazion, che ne l’abisso
     Del tuo consillio fai per alcun bene
     In tutto da l’accorger nostro scisso?
124Chè le città d’Italia tutte piene
     Son di tiranni, et un Marcel diventa2
     Ogni villan che parteggiando viene.
127Fiorenza mia, ben puoi esser contenta
     Di questa disgression, che non ti tocca,3
     Mercè del popol tuo, che si argomenta.
130Molti àn giustizia in cuor, e tardi scocca,4
     Per non venir senza giustizia all’arco;5
     Ma il popol tuo l’à in sommo de la bocca.
133Molti rifiutan lo comune incarco;
     Ma il popol tuo sollicito risponde
     Senza chiamar, e grida: Io mi sobbarco.6

  1. 1,0 1,1 1,2 vv. 106. 112. 115. C. M. Vieni
  2. v. 125. C. A. ed un Metel
  3. v. 128. C. A. che ci
  4. v. 130. C. A. ma tardi
  5. v. 131. C. A. senza consiglio
  6. v. 135. C. A. e dice: