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c a n t o    vi. 119

52Noi anderem con questo giorno innanzi,1
     Rispuose, quanto più potremo omai;
     Ma il fatto è d’altra forma che non stanzi.
55Prima che sia lassù, tornar vedrai
     Colui che già si copre co la costa,
     Sì che i suoi raggi tu romper non fai.
58Ma vedi là un’ anima, che posta23
     Sola soletta in verso noi riguarda:3
     Quella ne insegnerà la via più tosta.
61Venimmo a lei: O anima lombarda,
     Come tu stai altiera e disdegnosa,
     E nel muover delli occhi onesta e tarda!
64Ella non ci dicea alcuna cosa;
     Ma lassavano gir, solo sguardando4
     A guisa di leon, quando si posa.
67Pur Virgilio si trasse a lei pregando,
     Che ne mostrasse la millior sallita;
     Ma quella non rispuose al suo dimando,
70Ma di nostro paese, e de la vita
     Ci chiese. E il dolce Duca incominciava:
     Mantova...; e l’ombra, tutta in sè romita,
73Surse ver lui del luogo ove pria stava,
     Dicendo: Mantovano, io son Sordello
     De la tua terra; e l’un l’altro abbracciava.
76Ahi serva Italia, di dolor ostello,
     Nave senza nocchiero in gran tempesta,
     Non donna di province; ma bordello!

  1. v. 52. Anderemo, anderò, anderei ec. voci comuni tra i Toscani e più naturali e più dolci delle sincopate andrò, andrai ec. E.
  2. v. 58. C. M. che è posta
  3. 3,0 3,1 v. 58, 59. C. A. che à posta Sola soletta, e verso
  4. v. 65. C. A. solo guardando