22Pier da la Broccia dico; e qui proveggia,
Mentre è di qua, la donna di Brabante,
Sì che però non sia di peggior greggia.
25Come libero fui da tutte quante
Quell'ombre, che pregar pur ch’altri preghi,
Sì che s’avacci lor divenir sante,1
28Io cominciai: Ei par che tu mi neghi,
O Luce mia, espresso in alcun testo,
Che decreto del Ciel orazion pieghi;
31E questa gente prega pur di questo.
Sarebbe dunqua loro speme vana?
O non m’ è ’l ditto tuo ben manifesto?
34Et elli a me: La mia scrittura è piana,
E la speranza di costor non falla,
Se ben si guarda co la mente sana:
37Chè cima di giudicio non s’avvalla,
Perchè foco d’amor compia in un punto
Ciò che dè sodisfar chi qui si stalla.2
40E là dov’io fermai cotesto punto,
Non s‘ammendava, per pregar, difetto,
Perchè il prego da Dio era disgiunto.
43Veramente a così alto sospetto
Non ti fermar, se quella non tel dice,3
Che lume siè tra il vero e lo intelletto.
46Non so se intendi; io dico di Beatrice:
Tu la vedrai di sopra, in su la vetta
Di questo monte, ridente e felice.4
49Et io: Signor, andiamo a maggior fretta:
Chè già non m’affatico come dianzi,
Or vedi omai che il poggio ombra non getta.
- ↑ v. 27. C. A. in lor
- ↑ v. 39. C. A. s’astalla,
- ↑ v. 44. C. A. noi ti dice,
- ↑ v. 48. C. A. ridere e