[v. 136-139] |
c o m m e n t o |
97 |
imperò che quando lo sole viene alto sì che veglia per ritto noi,
allora è meridiano a noi: imperò che allora è mezzo di’ a punto; e
questo si comprende al quadrante, quando l’ombra de lo stecco del
centro viene per mezzo il quadrante dirittamente. E perchè in
quello emisperio, dove finge l’autore che fusseno, già lo sole era al
mezzo di’, però dice: Vedi che è toccato lo cerchio meridiano, dal Sole;
perchè già è quive, e da la riva; cioè e dall’occidente nostro, s’intende: imperò che quinde si leva lo sole a chi è in quello emisperio,
e così la notte; e perchè vi è lo mare oceano, entra ne la terra, però
dice e da la riva; cioè del mare oceano ch’è ne l’occaso, Cuopre la notte; che ne viene, descendendo di quell’altro emisperio e montando suso nel nostro; ma avale discende et è già coi piè; suoi a
Marrocco, e però dice: già coi piè Marrocco; cioè che già vi s' incomincia ad approssimare co’ piedi: Marrocco è uno regno posto ne
le parti occidentali vicino a la Spagna ne la parte de l’Africa; e però
si dice lo re di Marrocco, sopra ’l quale regno la notte era allora coi
piedi: imperò che allora incominciava quive a comparire, e sopra
Gerusalem era allora mezza notte et era profonda quive la notte,
quando nell’altro emisperio era mezzo di’. E qui finisce lo canto
quarto et incomincia lo quinto.