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paradiso

prìma era alla (lestra del carro e riguardar nel sole nell’ etemo sole di giustizia, in Dio. E qui Dante egregiamente assomiglia Beatrice all’aquila, gran volatile, come grande la sacra scienza: I’ aquila ha grandi ali, grande rostro, artigli adunchi, è regina degli altri uccelli; ed è regina con altrettante doti la sacra scienza sulle altre scienze tutte. L’ aquila vola più alto dì tutti i volatili, e tien fissi gli occhi nel sole, e la teologia ascende al cielo, e tien gli occhi fissi in Dio. L’aquila sola, al diredi Plinionon è colpita dal fulmine, come non lo è I’ alloro, e del pari la teologia non può ferirsi da niun’ altra scienza. L’ aquila è di buon augurio: una penna d’ aquila unita a penna di altri uccelli la consuma e strugge. L’ aquila di certa specie non vive che del cuore degli altri animali, come la teologia non vive che dei principii delle altre scienze aguglia si non li si a/fLxe unquanque l’aquila del nostro mondo non tenne fissi mai altrettanto gli occhi nel nostro sole, come Beatrice li teneva in Dio. E I’ aquila terrestre, a- vendo occhio sferico e liscio soffrirebbe di molte rifrazioni che sperderebbero I’ umor cristallino. Ecco perchè gli occhi nostri versano lagrime ali’ eccesso di luce. La sagace natura formò 1’ occhio dell’ aquila di nera pupilla a grosse ciglia pcrchè meglio di ogni altro animale resistesse a guardare nel sole, ma noi potrebbe però mai lungamente. Anche la salamandra qualche volta vive nel fuoco perchè di natura gelida, e qualche volta anzi estingue il fuoco stesso; ma ciò avviene per pochi istanti, altrimenti morirebbe consunta. Dante poi dice che I’ aquila terrestre mai non tenne altrettanto fissi gli occhi nel nostro sole, come Beatrice, imperocchè I’ occhio di lei permanente intellettuale quanto più lungamente e fissa- mente guarda I’ eterno sole, tanto più rinvigorisce invece di consumarsi.