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canto |
XII. 237
me fu creata ed appena Dio infuse l’anima nel di lui corpo, fu sì pieno di grazia divina che nella madre lei fece propheta la qual virtù o grazia, mentr’ egli era nell’utero della madre, la madre medesima fece profetessa. La madre di san Dome nico sognò di partorire un cane tj?ianco e nerjcon una fiaccola accesa in bocca.{Al sogno corrisposero gli eventi, perchJ fu cane animoso contro degli eretici, e portò la face che illuminò il mondo cristiano, quando ier face non vogliasi interpretare l’ardente carità, giacchò tutto vendette e divise ai poverelli, e voleva vendere sè stesso a chi lo pregava, quando non aveva di che soccorrere. La donna che per lui i assenso dede vide nel sonno I mirabil fructo che uscir dovea di lui e de le herede la comare che per san Domenico fece la promessa alla fede, vide in sogno che al fanciullino splendeva una stella in fronte,fd una nella nucaÌ cosicchè illuminavano l’oriente e l’occidente; vide il maraviglioso frutto della dottrina e predicazione, che doveva venire da lui e dagli eredi, ossia dai futuri domenicani, fra i quali sorsero molte stelle spiendienti, cresciute in lume dello stesso san Domenico’poiche le sponselitie fuor compiute al sacro fonte mira lui la fede e si dotar di inutua salute dopo che le nozze furono compiute, ossia operata 1’ unione della Fede coll’uomo in virtù del battesimo, in cui san Domenico promise alla Fede di difenderla, e la Fede promise a lui la vita eterna. — Nel battesimo si contrae un obbligo fra il levante che addiviene padre, ed il levato che addiviene figlio: il padre ha obbligo d’ insegnare e di mantenere il fi. glio nella fede. E si contrae tal legame che il levante non può sposare la levata, nè farla sposare a suo figlio. eperche fosse quale era in costrueto quici si mosse spirito a nomarlo del possessivo di cui era tutto perché il suo nome e la sua indole