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p a r a d i s o x x x i i i . |
[v. 133-145] |
tra: geometra è l’artefice ammaestrato de la Geometria, che è scienzia di misurare la terra, e l’altre cose mensurabili. che; cioè lo quale geometra, tutto s’affige 1 Per misurar lo cerchio; lo quale elli è disposto a misurare, e non ritrova, Pensando; cioè col suo pensieri, quel principio; che egli pigli a la sua misura, ond’elli; cioè della quale elli, indige 2; cioè a bisogno, per volere misurare, Tal era io; cioè io Dante era tale, quale è el geometra, del quale è stato detto, a quella vista nova; cioè a quella nuova imagine, che io aveva veduta ne’giri de la luce de la Divinità. Saper voleva; cioè io Dante, come si convenne L’imago; cioè l’imagine dell’umanità di Cristo, che io viddi, al cerchio; come si convenne al cerchio secondo de la Divinità, che è lo Figliuolo; come fu fatta tale coniunzione de l’umanità co la Divinità del Verbo, e come vi s’indova; cioè e come vi s’acconcia la detta umanità ne la Divinità; com’ella v’è locata; indovare è verbo formato da questo vocabulo dove, che è uno de’ 10 predicamene in Dialettica. Grandissima cosa è tale coniunzione di due cose così differenti, cioè Creatore con creatura, Iddio et omo eterno col temporale e mortale, e così dell’altre differenzie che si possano dire. E però dice: Ma non eran da ciò; cioè di poter sapere quello, che detto è, le proprie penne; ciò la mia virtù dello intendere; ma dice in plurali, e perciò si può dire le mie scienzie acquistate per dottrina. Se non; ecco che pone l’eccezione dopo la parola precedente, cioè che la sua scienzia e potenzia intellettiva non era da tanto, ch’elli potesse vedere tale coniunzione in che modo fusse fatta, se non che per grazia divina, che venne in lui, li fu mostrato; e però dice: Se non che la mia mente; cioè di me Dante, fu percossa Da un fulgore; cioè da uno splendore, e questo fu avvenimento di nuova grazia, che lo illuminò di quello che volea sapere, in che; cioè nel qual fulgore, venne sua vollia; venne adimpiuta la volontà sua, cioè de la mia mente, et avea pensato di dirlo e scriverlo. Ma all’alta fantasia; la quale sopra ciò io avea, qui; cioè in questa parte, mancò possa; cioè di poterlo sì apprendere, che io lo potesse dire e scrivere. Ma già volgeva ’l mio disio; cioè ma già volgea lo mio desiderio, che io avea di scrivere e dirlo, e ’l velle; cioè e la mia voluntà, Siccome rota, che equalmente è mossa; cioè come si volge la rota, che è mossa parimente, non più ratto l’una volta che l’altra: la mente umana mossa da l’amore d’Iddio si muove equalmente a tutte le cose, accordando la sua voluntà co la voluntà d’Iddio; e però dice: L’Amor; cioè l’amore divino volgea
- ↑ C. M. s’affige; cioè tutto si ferma, Per
- ↑ Indige, secondo l ’indigeo, es dei Latini. E.