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cioè lo quale lume, tale è sempre: imperò che mai non si muta, qual s’era davante; cioè quale elli era innanzi, cioè inanzi a tutte le cose: imperò che Iddio sempre fu, è e sarà uno 1 medesimo semplice, Ma per la vista; cioè ma per la veduta mia, che s’avvalorava; cioè la quale prendeva valore e crescea, In me; cioè in me Dante, guardando; cioè avvisando in essa luce divina, una sola parvenza; cioè una sola apparenzia de la detta luce divina, che una, semplice e sola mi si mostrava, Mutando me; cioè mutando me Dante, donandomi sempre più grazia l’una volta che l’altra, a me si travalliava; cioè si mutava, quanto al cospetto mio; ma non quanto a l’essere suo, che è sempre immutabile. Seguita.
C. XXXIII — v. 115-132. In questi sei ternari l’autore nostro dichiara quello, ch’elli finge avere veduto de la Divinità ne la sua visione, dicendo: Ne la profonda e chiara sussistenza; cioè nell’alta e chiara sustanzia, Dell’alta luce; cioè divina, che è alta sopra tutte le luci, parvermi; cioè parveno a me Dante, tre giri; cioè tre persone: in giri li figura, a dimostrare la loro eternità: imperò che, come nel giro non è principio, nè fine; così ne le tre persone de la Divinità, Di tre colori; cioè di tre apparenzie ne la nominazione, cioè Padre, Figliuolo e Spirito Santo, e d’una continenza: imperò che eterno è lo Padre, eterno è lo Figliuolo et eterno è lo Spirito Santo, e così immenso, e così dell’altre adiettivazioni: ben sono adiettivazioni, che si convegnano pure ad una persona e non all’altre, come la nominazione lo Padre, si dice pure generatore e lo Figliuolo generato, e non lo Spirito Santo; e così lo Figliuolo incarnato, e non lo Padre, nè lo Spirito Santo, benchè tutti e tre sono una sustanzia. una Deità. E l’un; cioè lo Figliuolo, Parea reflesso dall’altro; cioè come per reflessione generato dall’altro, cioè lo Figliuolo dal Padre: imperò che solo lo Padre è generatore, e lo Figliuolo generato, come Iri 2 da Iri; arreca la similitudine, cioè che, come l’uno arco, che appare ne le nube, è cagione che per reflessione dei suoi colori ne le nube avverse, si generi l’altro; così lo Padre è cagione de la generazione del Figliuolo, sicchè lo Figliuolo si dice generato, e lo Padre generante, e ’l terzo; cioè lo Spirito Santo, parea foco: imperò ch’elli è l’amore, che l’uno e l’altro eternalmente spira, cioè lo Padre e lo Figliuolo ab eterno spira lo Spirito Santo, lo quale procede dal Padre e dal Figliuolo, Che; cioè lo quale, quinci; cioè dal Padre, e quindi; cioè dal Figliuolo, equalmente spiri; cioè equalmente proceda. Oh come è corto ’l dire; ora esclama l’autore, dimostrando che non si possa dire a pieno, nè a sufficienzia de la Trinità, dicendo: Oh; questo Oh è interiezione escla-