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p a r a d i s o x x x i i i . |
[v. 82-99] |
rata in mare, iddio Nettunno n’ebbe grande allegrezza, et andò per vederla. Quando elli la vidde da lunga, pur dall’uno lato, unde la detta nave facea ombra, o vedendo sotto l’acqua la sua ombra, parveli sì grande cosa, e piacqueli tanto questa nave, ch’elli stette molto tempo a ragguardalla 1, e quanto più vi stava, più liene crescea la voglia di starvi: imperò che stava in allegrezza, vedendo che vi fusse; unde immobile et attento stava per vederla, et in questo perdette molto tempo: imperò che quanto più la vedeva, più li cresceva la vollia di vederla, come se mai non l’avesse veduta. E però bene dice l’autore che a lui è maggior noia e più increscevile la dimenticagione d’avere veduto Dio, che tanto lo rallegrava, durasse pure un punto ch’elli non si ricordasse de la visione beatifica, che non sarebbono stati 2500 anni che Nettunno fusse stato senza vedere l’ombra di quella nave, che fu chiamata Argo, e ricordarsi della sua ombra, a la quale stette molto tempo, non avvedendosi del tempo ch’elli stava per allegrezza, ch’elli n’avea, se tanto vi fusse stato. Fingeno li Poeti che, quando la detta nave si varò in mare, la terra n’ebbe dolore, vedendo che era cagione che la terra s’abbandonasse dalli omini, et abitassesi lo mare, e però mandò li scolli simplegadi 2 che la tenessono; ma giungendo pure la poppa di rieto liel tolseno, la quale li Dii, per prego di Nettunno, portorno in cielo e fecerne segno celeste, che si chiama Puppis, e che Nettunno stesse molto tempo a vederla per allegrezza che n’avea. Così. Ora adatta la similitudine in altra parte; prima àe posto la comparazione del tempo d’uno punto ad anni 2500, ne la fizione poetica detta di sopra, et ora fa similitudine del suo ragguardare la Divinità al ragguardare Nettunno l’ombra de la nave, dicendo: Così la mente mia; cioè per sì fatto modo la mente di me Dante, tutta sospesa; cioè levata dal desiderio di vedere la Divinità, come la mente di Nettunno a vedere Argo, Mirava fissa; cioè fermata senza di vertere 3 lo intelletto ad altre cose, immobile; cioè non mutevile da quello, cioè senza mutarsi dal luogo, et attenta; cioè sollicita di bene ragguardare: chi vuole bene vedere alcuna cosa, debbe avere queste 3 condizioni; cioè che stia attento, immobile e fisso: imperò che, se lo intelletto dentro non stesse attento a quello che l’occhio vede, invano vedrebbe; e se lo intelletto stesse attento, et ora si mutasse ad una cosa, ora ad un’altra, non comprenderebbe pienamente; e se in quello, che vuole apprendere, non vi sta fermo per spazio, non può anco avere sua perfezione; e però
- ↑ Ragguardalla; ragguardarla. E.
- ↑ C. M. li scogli in mare che si chiamano simplegade perchè la rompesseno; ma non venne loro fatto se non alla parte di rieto, cioè alla poppa
- ↑ Divertere; divertire, piegato come i verbi della seconda coniugazione. E.