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[v. 139-151] | c o m m e n t o | 849 |
donna; cioè la donna di te Dante, cioè Beatrice, de la quale è stato detto, Quando chinavi; cioè tu, Dante, le cillia; cioè li occhi e lo corpo tuo, intendendo per la parte lo tutto; et allegoricamente intendendo la ragione e lo intelletto, a ruinar; cioè a le cose mondane, che fanno ruinare l’anima ne lo inferno, siccome di questo fu pienamente detto nel secondo canto della prima cantica.
C. XXXII — v. 139-151. In questi quattro ternari et uno versetto lo nostro autore finge come santo Bernardo facesse fine al narrare l’ordine de’ beati et inducesselo a dimandare grazia, acciò che si potesse levare la mente a vedere la Divinità, e però dice: Ma perchè ’l tempo fugge; cioè ma imperò che ’l tempo, che t’è concesso a vedere queste cose, fugge; cioè se ne va, e siamo presso al suo termine, lo quale tanto è durato, che tu ài vollia di riposarti, e però, che t’assonna; cioè ti fa venire lo sonno e voglia di dormire; e finge qui l’autore questo, per continuare la fizione che puose nel principio de la sua comedia, cioè che nel 1300 lo venerdì’ santo la notte in sul sabato santo elli avesse questa visione, e che in visione li fusseno mostrate queste cose che si contegnano in questo poema. Unde, perchè veniva il di’ e convenevile era che la natura affannata per la lunga fatica de la visione si ricreasse alquanto dormendo, però dice che t’assonna; cioè t’invita a dormire e riposarti; ma allegoricamente intendere si debbe: Ma perchè ’l tempo; cioè tuo, de la vita tua, fugge; lo quale tempo t’assonna; cioè t’induce a la morte, dopo la quale dormerà lo corpo infine al di’ de la resurrezione ultima, Qui; cioè in questa parte de la descrizione de’ beati di vita eterna, farem punto; cioè finitivo de la materia, come ’l buon sartore; cioè come fa lo buono costore, Che; cioè lo quale, fa la gonna; cioè fa la gonnella, com’elli à del panno; cioè secondo ch’elli à del panno: imperò che, se elli àe del panno assai, fa grande la gonnella; e s’elli n’à poco, là fa piccola. Così noi, dice santo Bernardo a Dante, faremo noi, che perchè non abbiamo più notizia de la beatitudine de’ santi che detto abbiamo, non ascenderemo a dirne più. E drizzeremo li occhi; cioè nostri, cioè la ragione e lo intelletto, al primo Amore; cioè a Dio, che è lo primo amore, perchè è senza principio innanti a tutte le cose 1, Sì; cioè per sì fatto modo, che, guardando verso lui; cioè guardando inverso Iddio, penetri; cioè passi tu, Dante, Quant’è possibil; cioè tanto, quanto possibile è, per lo suo fulgore; cioè per lo suo splendore. Veramente tu; cioè tu, Dante, t’aretri; cioè torni adrieto, non forse; cioè non dubbiosamente; ma veramente e certamente, credendo oltrarti; cioè
- ↑ C. M. le cose. Lo Spirito Santo è la fonte indeficiente dell’amore sommo e perfetto, Sì;