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genzie nostre: e tanto più si caricò, quanto elli si dispuose co la sua carne sodisfare 1 per lo peccato nostro. Seguita.
C. XXXII — v. 115-126. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come santo Bernardo losollicitò ch’elli guardasse li altri beati, dicendo così: Ma viene omai; cioè tu. Dante, viene oggi mai, colli occhi; cioè tuoi ragguardando, siccom’io; cioè Bernardo, Andrò parlando; cioè intende colli occhi della mente siccome ti mosterrò scrivendo, intendendo allegoricamente, e nota; cioè tu, Dante, i gran patrici; cioè li grandi padri: chiamavansi a Roma padri quelli, che consigliavano la republica, e patricio si chiamava chi era di quello ordine, Di questo imperio iustissimo e pio: come in terra lo regno de’ Romani si chiamò imperio; così chiama ora l’autore lo regno del vero imperadore, Iddio onnipotente, imperio; ma adiungevi li adiettivi verissimi: imperò che quine è somma iustizia e carità. Quei du’; ecco che li mostra, e però dice: che seggon lassù; cioè li quali siedono nel supremo scanno, più felici; che li altri, s’intende; et assegna la cagione, per che, Per essere propinquissimi ad Augusta; cioè perchè sono pressissimi 2 a la Vergine Maria: imperò che, come lo imperadore si chiama Augusto e la imperadrice Augusta, che viene a dire accrescitrice; lo quale adiettivo prima fu dato ad Ottaviano: imperò che accrebbe lo imperio di Roma, maggiormente questo nome si conviene a Cristo et a la Vergine Maria, che ànno accresciuto et accresceno lo regno di vita eterna, Son de la rosa quasi du’ radici; cioè sono come due princìpi di questa beata vita, cioè Adam e santo Piero: Adam fu principio dell’una setta, e santo Piero dell’altra: Adam, dè li Ebrei; e santo Piero, dei cristiani. Colui; che da sinistra; cioè quello che da la mano manca, li s’adiusta 3; ciò li s’approssima, sicchè nessuno altro n’è in mezzo: iuxta è preposizione apo lo Grammatico, che viene a dire a lato; e però adiustare è stare allato, e verbo preposizionale lo chiama lo Grammatico. È ’l Padre; cioè Adam, per lo cui ardito gusto; cioè per lo ardito gustamento del quale: imperò che ebbe ardimento d’assaggiare lo pomo vietatoli da Dio nel paradiso terrestro, l’umana spezie tanto amaro; cioè tanta amaritudine, gusta; cioè assaggia. Quanto siano l’amaritudini, che l’omo sostiene per lo peccato d’Adam, ognuno lo prova; ma in somma l’omo vive con fatica, dove prima non s’affaticava, siccome disse Iddio ad Adam: In sudore vultus tui vesceris pane tuo: maledicta terra in opere tuo ec. Oltra questo àe avuto l’omo la morte corporale, siccome dice la Scrittura: Statutum est omnibus