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C. XXXII — v. 85-99. In questi cinque ternari lo nostro autore finge che santo Bernardo, continuando lo suo parlare, compiuta la disgressione sua, ritornasse a mostrarli li beati e confortasselo a ragguardare la Vergine Maria, dicendo così: Ragguarda; cioè tu, Dante, omai; cioè ingiummai, ne la faccia; cioè de la Vergine Maria, ch’a Cristo Più si somillia; cioè la quale faccia più si somillia a Cristo, che nessuna altra; et assegna la cagione, per ch’elli lo conforta che quella ragguardi, chè; cioè imperò che, la sua chiarezza; cioè di quella faccia de la Vergine Maria, Sola; senza altra cosa, ti può disporre; cioè può disponere te Dante, a veder Cristo; lo quale tu ài voglia di vedere. Io; cioè Dante; ecco che dimostra ch’elli facesse quello, che li disse santo Bernardo; e dice quel che ne seguitò, viddi sopra lei; cioè sopra la faccia de la Vergine Maria, e sopra la Vergine Maria, tanta allegrezza Piover; cioè discendere sopra da Dio, portata ne le menti sante; cioè delli Agnoli, Create a trasvolar per quella altezza: li Agnoli furno creati da Dio, perchè portassino le sue imbasciate, e però s’interpetra Angelo messo 1, Che quantunche io; cioè Dante, avea visto; cioè avea veduto, davante; cioè dinanti, Di tanta ammirazion non mi sospese; cioè non fe sospeso e dubbioso di tanta meraviglia, di quanta mi fe quella allegrezza che era portata dalli Angeli a la Vergine Maria, Nè mi mostrò; cioè quantunqua io avea veduto prima, d’Iddio tanto sembiante; cioè tanta similitudine d’Iddio. E quello Amor; cioè quello Agnolo, lo quale chiama amore, perchè tutti sono pieni d’amore e di carità, che; cioè lo quale, prima lì discese; cioè discese prima in quello luogo, Cantando: Ave, Maria, gratia piena; ecco che finge l’autore che questo fusse l’angnolo Gabriel, lo quale portò l’ambasciata de la incarnazione del Verbo Divino; e però finge che ora cantasse quella salutazione, che diede allora a la Vergine Maria, Dinanzi a lei; cioè a la Vergine Maria, le sue ali distese; cioè facendo a lei festa e mostrandosi a lei pieno di carità e d’amore: aprire l’ali e distendere è aprire la sua voluntà e lo suo ardore, Rispuose a la divina cantilena; cioè a quella salutazione che avea incominciato l’agnolo Gabriel, che avea detto: Cantando: Ave, Maria, gratia piena— , Da tutte parti; cioè da la parte de li Ebrei, e da la parte de’ cristiani, la beata Corte; cioè la congregazione de’ beati; e che rispuose? Lo compimento de l’orazione: Dominus tecum, benedicla tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui Iesus. — Sì; cioè per sì fatto modo, che ogni vista; cioè ogni beato spirito, sen fe più serena; cioè se ne fe più chiara, che prima.
- ↑ Angelo viene per appunto dal greco αγγελλω; annunziare, notificare, riferire. E.