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794 | p a r a d i s o x x i x . | [v. 82-96] |
dire, et incominciasi quine: O splendore d’Iddio, ec.; nella terza parte finge come li beati stavano intorno al detto lume, et incominciasi quine: E come clivo ec.; nella quarta parte finge come quine le differenzie locali non facevano la loro operazione, et incominciasi quine: La vista mia ec.; ne la quinta finge come Beatrice, mostrandoli le sedie de’ beati, li mostrò la sedia che aspettava lo imperadore Arrigo, et incominciasi quine: Vedi nostra ec.; ne la sesta et ultima finge che Beatrice li predicesse la discordia, che dovea essere tra lo detto imperadore e ’l papa, et incominciasi quine: La cieca cupidigia, ec. Divisa la lezione, ora è da vedere la lettera co l’esposizioni testuali, allegoriche e morali.
C. XXX — v. 82-96. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come, confortato et ammonito da Beatrice quello che li conveniva fare s’elli volea comprendere con intendimento quello che vedeva, con gran desiderio intese a ciò, e cognobbe la figura, che sopra avea veduta essenzialmente, dicendo così: Non è fantin; cioè fanciullo, che sì subito rua 1; cioè lo quale fanciullo sì subitamente si gitti, Col volto; cioè suo, verso il latte; cioè verso la puppa della nutrice, se si svelli; cioè lo fanciullo si svegli dal sonno, Molto tardato; cioè indugiato, da l’usanza sua; cioè del lattare e suggere la puppa della sua nutrice, Come fec’io; cioè come subito mi gittai io Dante al fiume detto di sopra. Ecco che à posto la similitudine del fanciullo che latta, a mostrare lo suo desiderio, ch’elli ebbe d’imbagnare li occhi suoi in quello fiume, che detto è; e bene arrecò propria similitudine: imperò che nel fanciullo è appetito naturale, e così finge che ne li omini sia naturale appetito del sommo bene, e così mostra che fusse in lui di sapere; dice lo Filosofo: Omnes homines naturàliter scire desiderant, che era quello che aveva veduto sotto la figura posta di sopra, per far far millior spelli; cioè specchi, delli occhi; cioè miei di me Dante; e chiama li occhi specchi: imperò che, come lo specchio rappresenta al li occhi corporali; così l’occhio corporale rappresenta a la mente quello che vede. Ancor; cioè un’altra volta: imperò che posto à di sopra che una luce lo percosse e che rinovellò la sua vista; ma non era anco sofficente a considerare l’essere de’ beati; e però dice che ancora volse melliorare li suoi occhi, e debbesi intendere delli occhi mentali, benchè parli, secondo la lettera, de’ corporali, chinandomi; cioè chinando me Dante, cioè umilmente dimandando la grazia d’Iddio, e però dice chinando, per significare umile addimandamento, all’onda; cioè al fiume indeficiente della grazia d’Iddio, Che si deriva; cioè la quale onda 2 descende da Dio e distendesi nelle sue creature, cioè