Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
778 | p a r a d i s o x x i x . | [v. 136-145] |
grande è l’amore; e se poco, poco. Vedi; cioè tu, Dante, dice Beatrice, l’eccesso; cioè l’avanzamento, omai; cioè oggimai e la larghezza; cioè d’Iddio; e però dice: De l’eterno valor 1; cioè de l’eterna bontà e potenzia; cioè: Vedi quanto la divina luce avanza ogni altra luce, e vedi quanta è la sua larghezza che ad ogni Angnolo dà de la sua luce quanto elli n’è capevile; e questa luce qui figura lo intelletto, possa che tanti Speculi fatti s’à; cioè quanti sono li Angeli, ne’ quali riluce la luce e la grazia d’Iddio, come riluceno l’altre luci nelli specchi, in che; cioè ne’ quali specchi, si spezza; cioè divisamente si rappresenta, come una luce in diversi specchi; così Iddio in essi Angnoli, Uno manendo in sè; cioè rimanendo elli uno nella sua 2 essenzia, la sua bontà divisamente si rappresenta in innumerabile quantità d’Angeli, come d’avanti; cioè come di prima, cioè che, benchè divisamente si riceva la grazia d’Iddio nelli Angeli, la bontà sua e 3 lo intendere suo niente di meno elli è pure uno semplice, non diviso. E qui finisce lo canto xxix, et incominciasi lo canto xxx della terza cantica. Il valore dantesco è sinonimo del buono platonico. E.
- ↑ Il valore dantesco è sinonimo del buono platonico. E.
- ↑ C. M. nella sua natura et essenzia
- ↑ C. M. e la intelligenzia sua;