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[v. 94-108] | c o m m e n t o | 773 |
che nell’altro: imperò che qui è malizia. Quando l’omo dice lo vero questo è onore e merito, quando dice lo falso è vergogna e colpa; ma quando l’omo crede dire lo vero e dice la bugia, è biasimo e colpa; ma credendo dire lo vero e non lo dica, allora è men biasmo e men colpa, e non credendo dire lo vero dica la bugia è più biasimo e più vergogna, perchè v’è la malizia, la quale non è ne l’altro. Voi; cioè cristiani, non andate giù; nel mondo, per un sentero 1; cioè per una via, Filosofando 2; cioè trattando de le cagioni della natura: imperò che, se tutti andasseno per una via, non sarebbono diverse l’opinioni. tanto vi trasporta; cioè voi uomini; ecco la cagione: L’amor dell’apparenza 3; cioè l’amore del parere sofficente, e’l suo pensero; cioè lo pensiero del parere quello, che l’omo non è. Et ancor questo; cioè che detto è, quassù; cioè in cielo, si comporta; cioè da Dio e da’suoi santi, Con men disdegno; cioè con 4 meno indegno, che quando è posposta La divina Scrittura; cioè è lassata da’ predicanti, e vanno per le fizioni poetice e per le ragioni filosofice, per dimostrarsi grandi artisti, e quando è torta; cioè quando è tirata a contrario intendimento, o ad altro che non ebbono li Dottori, nè che ebbe lo Spirito Santo, che la dettò per la bocca loro. Non vi si pensa; cioè laggiù nel mondo, quanto, sangue; cioè di Cristo, de’ santi martiri, gosta; cioè la santa Teologia, Seminarla nel mondo; com’ella fu seminata da’santi Apostoli e discepoli di Cristo, che per essa sostenneno morte o passione; e però dice la santa Scrittura: In omnem terram exivit sonus eorum, et in fines orbis terrae verba eorum. — , e quanto piace; cioè a Dio, Chi umilmente; cioè colui, lo quale con umiltà, s’accosta con essa: cioè colla santa Scrittura, e non si svia da quella, predicando o leggendo. E questa è stata invettiva contra li predicatori vani de la santa Teologia.
C. XXIX— v. 94-108. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come Beatrice, seguitando la sua invettiva contra li predicanti, dimostra lo dannò che ne seguita, dicendo: Per apparer; cioè saputo, ciascun; cioè predicatore, s’ingegna e face Sue invenzion; cioè suoi trovati, e quelle; cioè invenzioni, son trascorse Dai predicanti; cioè da coloro, che predicano, e ’l Vangelio; cioè, che ànno scritto li Evangelisti dei fatti e della dottrina e vita di Cristo, si tace; cioè da’ predicatori. L’un; cioè alcuno de’ predicatori, dice che la Luna si ritorse Ne la passion di Cristo; cioè che la Luna nella
- ↑ Sentero, fognato l’i, come in pensero ec. E.
- ↑ La Filosofia vera debbe avere dinanzi a sè una prospettiva misteriosa, a cui sola si può accostare. Non è da esagerare la forza della ragione e della filosofia o scienza. E.
- ↑ L’amor dell’ apparenza; ecco la falsa filosofia, la quale si fonda sopra il sensibile; e la verace, sull’intelligibile. E.
- ↑ C. M. con minore indegnazione, che