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c o m m e n t o |
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si vede ogni cosa, sicchè nulla vedeno di nuovo et intendeno, e però dice: Da nuovo obietto; cioè da cosa nuovamente a lo intelletto presentata, e però non bisogna Rimemorar; cioè raccordarsi, per concetto diviso; e qui tocca che cosa è memorare, che non è altro che reducere nella fantasia le spezie visibili, che ’l senso del viso, o vero dell’audito, concepe; e nelli Angeli non è senso di viso nè d’audito, e però non è in essi ricordare al modo che è nelli omini; e però, benchè si parli per li vocabuli nostri, altremente si debbe intendere delli Angeli e di noi. Et a vedere questo, debbiamo sapere che ne l’omo lo intendere è per le spezie che traggono lo intelletto umano; le quali spezie non sono di suo medesimo genere, e nelli Angeli è intelletto solo di spezie di suo genere, unde non intendono dividendo e componendo come l’omo, nè ancora per discorso ragionando, come li omini: imperò che lo intendere loro è simplice e puro et uno, quando lo nostro è composito, e steso e diviso; e niente di meno intelletto si chiama l’umano e l’angelico, benchè l’uno sia molto differente dall’altro. Ancora nelli Angeli non è intelletto agente e possibile 1, come è ne l’omo: imperò che ne l’omo è lo intelletto possibile, in quanto può passare da uno termino ad uno altro, et in quanto passa è agente in quel passare et in quello intendere; e nelli Angeli non è agente nè possibile; ma è uno intelletto fermo e costante; e però equivoce s’intende intendere nelli omini e nelli Angeli: imperò che in essi lo intelletto non passa da uno termino ad uno altro; ma sempre sta in uno, sicchè non è possibile nè agente: però che non intendeno altro che Iddio, e sempre intendeno lui, perchè sono confermati ingrazia; e così appare che altramente è lo intendere nelli Angeli, et altramente nelli omini. Similmente è voluntà altramente ne li Angeli, et altramente ne li omini, e voluntà si chiama l’una come l’altra; e per distinguere questa voluntà, debbiamo sapere che tutte le cose procedono da la voluntà d’Iddio, et inclinano per appetito naturale in buono fine; ma diversamente, secondo che le cose sono diverse: imperò che alcune cose inclinano solo per alcuna abitudine naturale senza altro cognoscimento, siccome le piante e li corpi inanimati che inclinano a conservazione di sè medesimo 2 nell’essere, e questa inclinazione è chiamata appetito naturale. Alcune cose inclinano in bene con alcuno cognoscimento; ma non è però tanto, che intendano quello termine come bene; ma ànno cognoscimento d’esso in singulari, e questi sono li animali sensitivi che corucciansi, dilettansi, dogliansi, e questa inclinazione in bene è chiamata appetito sen-
- ↑ Intelletto possibile. Vedi Purg. C. xxx. v. 65. E.
- ↑ Medesimo invariato, siccome appo dei Latini. E.