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p a r a d i s o x x v i i i . |
[v. 97-114] |
tore, tanto l’ama; e però seguita che quelli, che sono più presso al punto, sono quelli che più amano Iddio: imperò che più cognosceno lui. E, poi che Beatrice ebbe dichiarato Dante dei primi due ordini della prima girarcia, che erano più presso al punto, finge ch’ella lo dichiarasse del terzo ordine, dicendo: Quelli altri Amori; cioè spiriti angelici pieni della carità d’Iddio, che ’ntorno; cioè li quali intorno, li; cioè a loro, vonno; cioè vanno e giransi, Si chiaman Troni: imperò che Troni sono lo terzo ordine della prima girarcia: e perchè così si chiamino è stato detto di sopra, del divino aspetto; cioè fermezza e riposo del ragguardamento divino: imperò che in loro si ferma l’ardente amore de’ Serafini e la chiarezza de’Cherubini, Perchè ’l primo ternaro terminonno; cioè la prima girarcia, che è Serafini, Cherubini e Troni. E dei saper; cioè tu, Dante, questo, cioè che tutti ànno diletto, cioè li detti ordini delli Angeli et anco tutti li altri ànno tanto diletto et allegrezza, Quanto la sua veduta; cioè lo loro cognoscimento, che ànno d’Iddio, si profonda; cioè entra dentro nella Divinità; e però dice: Nel Vero; cioè in Dio. che è verità e vita e via, come disse Cristo: Ego sum vìa, et veritas et vita— , in che; cioè nel quale vero, si queta; cioè si riposa, ogni intelletto; cioè ogni intelligenzia et angelica et umana: lo intelletto angelico et umano mai non si quieta, se non in Dio; e però disse santo Augustino: Domine, fecisti nos ad te, et inquietum est cor nostrum, donec requiescamus in te: imperò che lo intelletto non può intendere cosa maggiore che Iddio; e però, quando adiunge a lui, si riposa in lui siccome in suo termino, e lui ama; et amandolo quanto può, sente tanta dolcezza e letizia di quanto è capace, e così si sazia, fruendo 1, lo spirito beato del sommo bene, che è Iddio; e però seguita: Quinci; cioè da questo, che detto è, si può veder; cioè da chi considera ciò, che è detto, come si fonda; siccome in suo principio, L’esser beato; delli Angeli e dell’anime umane, nell’atto che vede; cioè nella visione, Non in quel ch’ama, cioè e non nell’amore, che; cioè lo quale amore, possa segonda; cioè seguita; sicchè lo principio, in che sta la beatitudine dei beati, è lo intelletto che cagiona l’amore, e l’amore seguita dallo intelletto: imperò che tanto è l’amore inverso Iddio, quanto s’intende la bontà d’Iddio. E del vedere è misura mercede; ecco che dimostra quanto sia dato a li spiriti beati d’intendere Iddio, cioè quanto elli ànno meritato per la libertà dell’arbitrio, Che grazia parturisce cioè che viene dalla grazia d’Iddio: imperò che disse Cristo: Sine me nihil potestis facere — , e buona vollia; cioè buono volere che nasce nell’anima, spi-
- ↑ Fruendo, fruere, più innanzi. Quanta grazia da certe voci tratte dai Latini, se con senno vengano adoperate! E.