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[v. 97-111] | c o m m e n t o | 747 |
che era numero incomprensibile. Io; cioè Dante, sentia osannar; cioè cantare osanna, di coro in coro; cioè di cerchio in cerchio d’Angeli, che era come lo coro de’ religiosi: che cosa significhi osanna è stato esposto di sopra, che è preghiera che si fa a Dio, non per loro che non bisogna; ma per li omini del mondo, Al punto fisso; cioè al punto fermo, che è Iddio, che li tiene; cioè lo quale punto della Divinità tiene loro, cioè li detti Angeli, all’ubi; cioè al luogo fermo: però che sono confermati in grazia, E terrà sempre; cioè Iddio li detti Angeli fermi nella sua grazia, nel qual; cioè luogo fermo, sempre foro: imperò che ab eterno furno così predestinati in mente divina.
C. XXVIII — v. 97-114. In questi sei ternari lo nostro autore finge come Beatrice, sentendo li suoi pensieri dubbiosi che erano nella sua mente, li dichiarò nominandoli li ordini de la prima girarcia, dimostrando come si cagionava la beatitudine ne’santi per quella delli Angeli, che tutta procede ad uno modo, dicendo così: E quella; cioè Beatrice, che sentia; cioè la quale Beatrice sentiva, i pensier dubi; cioè li pensieri dubbiosi, Nella mia mente; cioè li quali erano nella mente di me Dante, disse; cioè a me Dante. I cerchi primi; cioè quelli, che sono più presso al punto, Mostrati: t’anno; cioè mostrato ànno a te Dante, i Serafi; cioè i Serafini 1, che sono lo primo ordine, e i Cherubi; cioè li Cherubini, che sono lo secondo ordine. Cosi veloci; cioè come tu vedi, segueno i suoi vimi 2; cioè li suoi legami, che li tengono fermi e tirano al punto: questi vimi sono la cognizione divina e la grazia divina, che tiene loro fermi nella carità d’Iddio, Per similliarsi; cioè per assimigliare sè, al punto; cioè della Divinità, quanto ponno; cioè quantunque possono assimilarsi a lui. Iddio è sommo bene, et ogni cosa àe produtto per la sua bontà, e creato di nulla ogni cosa, ciascuna cosa rispondente nel grado suo a la bontà sua, e così conserva ogni cosa e governa dirizzando ogni cosa nel fine suo, e nessuna cosa può durare, se non da lui torna a lui; e però dice Boezio nel iij della Filosofica Consolazione: Nec manet ulli traditus ordo, Nisi quod fini iunxerit ortum, Stabilem quum fecerit orbem; e nel medesimo libro dice: Dumque ea, quae protulit in sui similitudine, retinere festinat, malum omne de reipublicae suae terminis per fatalis seriem necessitatis eliminat. — E posson; cioè assimilarsi al punto, quanto a veder son soblimi; cioè quanto sono alti a vedere e cognoscere Iddio, tanto sono ardenti in amore: imperò che l’amore nasce dal cognoscere: imperò che dice Seneca: Invisa diligere possumus, incognita nequaquam; e però quanto la creatura cognosce lo Crea-