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[v. 79-87] | c o m m e n t o | 745 |
delli Angeli e le gerarcie, nominandoli, e toccò alcuna diversità che di ciò è tra’ Dottori. E dividesi in parti cinque: imperò che prima finge come, avuta la risposta di Beatrice, elli rimase chiaro e libero dal dubbio che prima avea; nella seconda finge com’elli cognobbe la moltitudine innumerabile dei detti Angeli per lo sfavillare, e come l’uditte cantare le lode d’Iddio, et incominciasi quine: E poi che le parole sue ec.; nella terza parte finge come Beatrice li nominò li ordini dei detti Angeli, li quali erano ordinati a cerchio a cerchio intorno al punto della Divinità, cioè quelli della prima gerarcia, et incominciasi quine: E quella che sentia ec.; nella quarta parte l’autore finge come Beatrice nominò quelli della seconda e terza gerarcia, et incominciasi quine: L’altro ternaro, ec.; nella quinta parte finge come Beatrice dichiarò a lui la differenzia, che fu tra’Dottori della santa Chiesa de’ detti ordini, et incominciasi quine: E Dionisio ec. Divisa la lezione, ora è da vedere l’esposizione del testo co l’allegorie, o vero moralità. E quanto alla lettera dice prima così: Come rimane splendido e sereno ec.
C. XXVIII — v. 79-87. In questi tre ternari lo nostro autore finge come Beatrice, dichiaratoli lo dubbio suo, elli rimase chiaro come l’aire, quando è spazzato da tramontana, dicendo così: Come rimane splendido e sereno l’emisperio dell’aire; ecco che fa una similitudine, cioè che, come l’aire rimane chiaro e splendido, quando soffia la tramontana; così dice che rimase elli, poi che Beatrice lo dichiarò del suo dubbio, dicendo che, Come L’emisperio; cioè nostro: che è emisperio è dichiarato di sopra, dell’aire rimane splendido e sereno, quando soffia Borea; questo è uno vento che viene da tramontana, da quella guancia; cioè da quella parte, onde; cioè dalla quale, è più leno; più delicato e più volto: imperò che li venti, come è stato dichiarato altro’, sono li principali quattro, sicchè da ogni parte del mondo ne viene uno, e da ogni lato è accompagnato da uno, sicchè da ogni parte sono tre, e però da settentrione ne vegnano tre; cioè Borea dal mezzo, Aquilo dalla parte di verso l’oriente, e Coro dalla parte di verso l’occidente; ma l’autore, poetando e fingendo, dice che uno vento sia, che si chiama Borea, lo settentrionale, et esca per tre bocche della terra; da quella del mezzo e da le due collaterali; e quella del mezzo finge che sia quella che lo produca meno tempestoso, e però nomina pur Borea, e dice da quella guancia; cioè da quella bocca: finge che lo vento esca come di bocca che soffi, e però pone qui guancia, perchè le guancie gonfiano quando l’uomo soffia, Per che; cioè per lo quale Borea, si purga e risolve la roffia; cioè la turbazione dell’aire: roffia è oscurità di vapori umidi, spissati e condensi insieme, Che; cioè la quale roffia,