52Unde, se ’l mio disio dè aver fine
In questo miro et angelico tempio,
Che à solo amore e luce per confine,1
55Udir conviemmi ancor come l’esemplo
E l’ esemplare non vanno d’ un modo
Chè io per me indarno ciò contemplo.
58Se li tuoi diti non sono a tal nodo
Sofficienti, non è meraviglia:
Tanto per non tentare è fatto sodo.
61Così la donna mia; poi disse: Piglia
Ciò ch’io ti dicerò, se vuoi saziarti,2
Et intorno da esso t’ assottiglia.
64Li cerchi corporal son ampi et arti,3
Secondo ’l più e ’l men della virtù le,
Che si distende per tutte lor parti.
67Maggior bontà vuol far maggior salute,
Maggior salute maggior corpo cape,
S’elli à le parti equalmente compiute.4
70Dunque costui, che tutto quanto rape
L’ altro universo seco, corrisponde
Al cerchio, che più ama e che più sape.5
73Per che, se tu a la virtù circonde
La tua misura, e non a la parvenza
Delle sustanzie che t’appaion tonde,
75Tu vederai mirabil consequenza
Di maggio a più e di minore a meno,
In ciascun Cielo a sua Intelligenza.
- ↑ v. 54. C. M. Che solo amore e luce à per
- ↑ v. 62. C. A. Quel che io ti dirò,
- ↑ v. 64. C. A. cerchi corporai
- ↑ v. 69. C. A. S’ella à le
- ↑ v. 72. Sape, naturale desinenza dall’infinito sapere. E.