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c o m m e n t o |
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Ercole ficcò lo sue colonne, ne l’occidente, il varco Folle d’Ulisse; cioè lo valico stolto, che fece Ulisse re d’Itaca che volse pigliare esperienzia 1 di quello che era fuora della terra, secondo che l’autore finse di sopra ne la prima cantica, nel canto xxvi, e quine affogò coi suoi 2, andato poco più innanzi che la terra, come fu detto di sopra; ma dice Folle: imperò che stoltìa fu volere vedere quello, che la natura non vuole. Dice lo notabile: Quod natura negat nemo feliciter audet 3 — , e di qua presso al lito; cioè di verso l’oriente a la piaggia che finisce Asia, che è la parte orientale, Nel qual; cioè lito, si fece Europa; cioè la figliuola del re Agenore, dolce carco; cioè dolce carico: però che Iove 4, innamorato di lei, la portò addosso da la piaggia d’Asia, che è verso l’oriente, a la piaggia di qua di verso l'occidente, la quale è terza parte del mondo, et è denominata Europa dal nome suo. Questa fizione pone Ovidio nel libro suo Metam, dove dice che Iove s’innamorò d’Europa figliuola del re Agenore di Sidonia; e perch’ella venne a la piaggia del mare che ora si chiama l’Arcipelago per vedere lo bestiame del padre, elli si mutò in toro bellissimo e mansuetissimo, sicch’ella lo incominciò a toccare co la mano e porgerli l’erbe, et elli li leccava la mano, et al fine gittatosi in terra ella vi salitte su a cavallo, et elli si levò su pianamente, et andossene verso ’l mare, e passò con essa di qua e fece la voluntà sua; e però fu chiamata questa parte Europa. La verità di questa fizione fu che Iove rapitte la detta iovana, venendo con una nave che portava la insegna del toro e vennesene in Europa con essa; e perchè innamorato la portò, però dice dolce carco: imperò che a l’amante niuna fatica è se non dolce, quando la porta per l’amanza sua. E più mi fora; cioè più mi sarebbe, discoperto ’l sito; cioè manifesto ’l luogo, Di questa aiuola; cioè di questa parte abitabile, che è sì poca, che la chiama aiuola; cioè piccola aia, come la chiamò ancora di sopra: imperò tutta la quarta non s’abita: imperò che non s’abita quella che è sotto la fredda zona settentrionale, nè quella che è sotto la torrida zona, che sarebbe infine a l’equatore de la quarta, che è al mezzo della torrida zona. ma ’l Sol precedea; cioè dinanzi andava e dilungi da me: imperò
che pre si piglia alcuna volta per innanzi, che viene a dire da lunga, e così si debbe pigliare qui: imperò che lo Sole era allora in Ariete che è segno dinanzi a Gemini, tanto che Tauro v’è in mezzo, Sotto’ miei piedi; cioè di me Dante: imperò che io era più alto, che ’l
- ↑ C. M. esperienze del mare oceano, che circunda la terra et occupa l’altro emisperio, secondo che
- ↑ C. M. andato pochi giorni fuori della terra; dice Folle:
- ↑ C. M. audet. E potea vedere Dante oltre la metà dell’altro emisperio: imperò che dice e di qua
- ↑ Iove manca in ambi i codici. E.