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714 | p a r a d i s o x x v i i . | [v. 28-39] |
di quel che desidera. E questo papa, del quale parla, s’intende esser quello che fu nel 1300, quando l’autore finge che avesse questa visione. E secondo che io trovo, allora era papa Bonifazio, che fu omo guerrieri, com’è ne la presente comedia ne l’esposizione posta di sopra in più parti. Seguita.
C. XXVII — v. 28-39. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come tutto lo cielo, dopo le parole dette da san Piero, si mutò di colore et anco Beatrice, dicendo così’ Di quel color; questa determinazione si rende al participio cosperso; che seguita di sotto nel terzo versetto, unde si debbe incominciare lo parlare, cioè: Vidd’io; cioè Dante, allora; cioè quando san Piero ebbe detto le parole dette di sopra, tutto ’l Ciel cosperso; cioè tutto lo cielo variato, Di quel color; cioè affocato; e questo era, perchè li beati tutti erano infiammati di carità e di iustizia contra li mali pastori, che; cioè lo qual colore, dipinge Nube; cioè fa colorata la nube, che è in aere, per lo Sole avverso; ecco la cagione effettiva, per che la nube diventa rossa, cioè per lo Sole, che avverso a la nube, la percuote coi raggi suoi, e cagionano li raggi allora tal colore ne la nube, da sera; di verso l’occidente, dove si fa sera, e da mane; cioè di verso l’oriente, dove si fa mattina: imperò che in verso queste due parti si vedono le nube rossicare. E per questa similitudine dà ad intendere che per la carità, che da Cristo rifulgeva in loro, sì ardevano d’amore di iustizia in verso li mali pastori tutti li beati 1. E poi ch’à mostrato trascolorati tutti li beati, dimostra discolorata Beatrice ne la sua apparenzia e ne la sua voce; e però dice: E come donna, ecco che fa una similitudine, dicendo: Come la donna onesta; cioè che non à fatto fallanza, che; cioè la quale, permane; cioè dura e sta, Di sè; cioè di sè medesima, sicura: imperò che non si sente avere fatto fallo, e per l’altrui fallanza; cioè e per lo fallo d’altra donna, Pur ascoltando; cioè lo fallo d’altra donna, timida si fane; cioè diventa timida e vergognosa: assai volte addiviene che una onesta donna, vedendo lo fallo d’una disonesta, ne diventa timida e vergognosa. Cosi; ecco che adatta la similitudine, Beatrice; per quel modo, che fa l’onesta donna, trasmutò sembianza; diventando timida e vergognosa per quello, che avea detto san Piero del papa che era allora. E per questo dà ad intendere che tutti li Teologi, li santi e buoni cristiani si vergognano del peccato de’pastori della santa Chiesa. E tale eclissi; cioè tale difetto di luce e tale oscurazione, credo che ’n Ciel fue; cioè io Dante 2, Quando patì; cioè quando