103Ma ella, che vedea il mio disire,
Incominciò ridendo tanto lieta,
Che Iddio parea nel suo volto gioire:
106La natura del moto, che quieta
Il mezzo, e tutto l’altro intorno move,
Quinci comincia, come da sua meta.
109E questo Cielo non à altro dove,
Che la Mente Divina, in che s’accende
L’amor che ’l volge, e la virtù ch’ei piove,1
112Luce et amor d’un cerchio lui comprende,
Siccome questo li altri; e quel procinto2
Colui, che ’l cinge, solamente intende.
115Non è suo moto per altro distinto;
Ma li altri son mensurati da questo,
Siccome diece da mezzo e da quinto.
118E come ’l tempo tegna in cotal testo3
Le sue radici, e nelli altri le fronde,
Omai a te può esser manifesto.
121O cupidigia, che i mortali affonde
Sì sotto te, che nessuno àe podere
Di traer li occhi fuor de le tue onde!4
124Ben fiorisce ne li omini il volere;
Ma la pioggia continua converte
In bozzacchioni le susine vere.
127Fede et innocenzia son reperte
Solo nei pargoletti; e poi ciascuna
Pria fugge, che le guance sian coperte.
- ↑ v. 111. C. A. L’amor che il volve.
- ↑ v. 113. quel precinto
- ↑ v. 118. C. A. come tempo tenga
- ↑ v. 123. C. A. trarre gli