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c a n t o     xxvii. 707   

49Nè che le chiavi, che mi fur concesse,
     Divenisser signaculo in vessillo,
     Che contra i battezzati combattesse;
52Nè ch’io fusse figura di sigillo
     Ai privilegi venduti e mendaci,
     Ondio sovente arrosso e disfavillo.1
55In vesta di pastor lupi rapaci
     Si veggion di quassù per tutti i paschi.
     O difesa d’Iddio, perchè pur giaci!2
58Del sangue nostro Caorsini e Guaschi
     S’apparecchian di bere. O buon principio.
     A che vil fine convien che tu caschi!
61Ma l’alta Providenzia, che con Scipio
     Difese a Roma la gloria del mondo,
     Soccorrà tosto, sì com’io concipio.3 4
64E tu, figliuol, che per lo mortal pondo
     Ancor giù tornerai, apre la bocca,5
     E non nasconder quel, ch’io non nascondo.6
67Siccome di vapor gelati fiocca
     In giuso l’aire nostro, quando ’l corno
     De la Capra del Ciel col Sol si tocca;
70In su vidd’io così l’eter adorno7
     Farsi, e fioccar di vapor triunfanti,
     Che fatto avean con noi quivi soggiorno.
73Lo viso mio seguia i suoi sembianti,
     E seguì finchè ’l mezzo per lo molto
     Li tolse el trapassar del più avanti;8

  1. v. 54. C. A. Di ch’io sovente
  2. v. 57. C. M. più giaci!
  3. v. 63. Soccorrà; futuro imperfetto, nato dall’ infinito soccorre, imitazione dal provenzale. E.
  4. v. 63. C. A. Proveggia poi così come io
  5. v. 65. C. A. apri
  6. v. 66. C. M. C. A. non ascondo,
  7. v. 70. C. A. l’etera
  8. v. 75. C. M. di più avanti ;