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p a r a d i s o x x v i . |
[v. 133-142] |
quanto stette in paradiso delle delizie senza gustare lo pomo vietato; e però che nel paradiso, che è sul monte che l’autore finse nella seconda cantica che fusse nell’altro emisperio in isula intorneato dal mare et è molto alto, et in quella altezza finge che sia e però dice: che si leva; cioè lo qual monte s’innalza e dilungasi, più dall’onda; cioè del mare, Fu’ io; cioè Adam, con vita pura; tanto, quanto io stetti obbediente, e disonesta; che fu, poi 1 disubbiditte lo comandamento, et allora fu la vita sua disonesta, Da la prima ora; che fu quando lo Sole uscitte dall’orizonte orientale dal nostro emisperio a l’altro, secondo la fizione dell’autore, che finge che lo paradiso de le delizie sia di là nell’altro emisperio in su la cima del monte del purgatorio: imperò che così uscitte lo Sole, quando Iddio disse: Fiat lux, et facta est lux, e così passò uno di’, secondo si trova nel Genesi de la Bibbia, sicchè venendo lo sesto e salliendo lo Sole dal nostro emisperio all’altro come passò l’orizzonte, incominciò la prima ora di quella quarta, et ogni quarta àe ore 6, perchè àe tre parti che ciascuna passa lo Sole in 2 ore, sicchè nella prima ora fu fatto Adam de la terra di Damasco e vivificato da Dio, spirato in lui lo spiraculo de la vita nel paradiso de le delizie, si trovò solo; et addormentato, come piacque a Dio, li trasse de la costa la femina Eva. E risvegliato Adam e veduta la sua compagnia cognobbe come era fatta, dicendo: Haec est caro ex carne mea, et hoc est os ex ossibus meis; sicchè dopo la prima 2 Adam et Eva si trovorno insieme in paradiso, e ricevettono lo comandamento da Dio che non toccasseno del pome 3 del legno della scienzia del bene e del male; ma delli altri sì, adiungendo la pena che quandunqua ne toccasseno e gustasseno, morrebbono di morte. Venne però lo dimonio in spezie di serpente, e confortò che ne mangiasseno, a cui credettono e mangiorno lo pomo vietato, e furno disobedienti, et incontenente cacciati del paradiso, e messi nel mondo in questo emisperio, secondo la fizione dell’autore che figura lo paradiso essere nell’altro, e questo fu in ispazio d’ore 5. E però parlando come poeta l’autore nostro; che parlano li poeti per circuizioni, dice; Da la prima ora; che è quando lo Sole entra nella quarta, a quella, che seconda; cioè a quella che seguita, l’ora sesta; che è la prima dell’altra quarta, Come ’l Sol muta quadra; cioè che è quella ora che seguita l’ora sesta, quando lo Sole muta quadra che è la prima dell’altra quadra, sicchè dalla prima dell’una quadra a la prima dell’altra quadra v’è in mezzo ore 5, sicchè cinque ore stette Adam et Eva tra innocente e nocente in paradiso delle delizie, secondo la fizione dell’autore. E qui finisce lo canto xxvi, et incominciasi lo canto xxvii de la terza cantica.
- ↑ Poi; poi che, come al Purg. c.x, v.1. E.
- ↑ C. M. prima ora Adam
- ↑ C. M. pomo