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p a r a d i s o x x v i . |
[v. 115-132] |
Fusse attenta; ecco che l’autore tiene che, inanzi l’edificazione de la torre, si perdesse l’idioma primo; et assegna la ragione naturale dicendo: Chè nullo affetto; cioè nessuno desiderio, mai 1; cioè per alcuno tempo, razionabile; dice, perchè ne l’omo sono più affetti, quale naturale, e quale ragionevile; e perchè lo parlare viene dall’affetto ragionevile, però fa menzione di quello, fu durabile sempre; cioè non fu che durasse sempre; et assegna la cagione, Per lo piacer uman; cioè per lo diletto e piacimento de l’omo, che rinovella; cioè si muta di tempo in tempo, Seguendo ’l Cielo: imperò che come si girano li cieli continuamente, e ma’ non stanno in istato; così li piaceri umani, cagionati da le influenzie de cieli, convengniansi mutare come si mutano li siti dei corpi celesti. E posta la maggiore co la sua prova, ora adiunge la minore, dicendo: Opera naturale è ch’om favella; cioè che l’uomo favelli questa è opera et officio di natura 2, cioè che s’à da la natura, Ma così o cosi; cioè ma a questo modo o a questo altro, natura lascia; cioè la natura lascia lo modo del parlare: benchè lo parlare sia atto naturale; niente di meno lo modo in libertà d’arbitrio, e però dice: Poi fare a voi; cioè uomini, secondo che v’abbella; cioè secondo che vi piace. Et in questa parte dubiterebbe alcuno e direbbe che l’autore avesse contradetto a sè: imperò che ne la prima cantica, canto xxx, l’autore àe detto che Nembrot fu cagione che uno linguaggio, che era innanzi, si perdesse, e nella edificazione de la torre di Babel si confundessono le lingue, e divisesi lo modo del parlare in 72 linguaggi. Et ora Dante, inducendo a parlare Adam, dice che lo linguaggio ch’elli parlò, che lo primo si perdette innanzi che la torre si facesse; dunque non quando la torre si fece; ecco contradice a quello che è detto. A questo si debbe rispondere che non contradice: imperò che questo passo s’intende così: Adam dice che lo linguaggio che parlò egli prima, innanzi che fusse Nembrot, si perdè tutto, forse nel diluvio o innanzi, e trovossene un altro nuovo, nel quale parlavano li figliuoli di Noe e quelli che disceseno poi; e questo linguaggio secondo durò infine a la costruzione 3 della torre, et allora si perdette, e fumo trovati da quelli, che allora erano, 72 diversi linguaggi, che l’uno non intendeva l’altro; e così rimane vero l’uno e l’altro detto 4. Seguita.
- ↑ C. M. mai razionabile; cioè imperocchè: niuno affetto ragionevole per alcun tempo, fu durabile sempre; cioè non fu mai che durasse sempre; e dice ragionevole, acciocchè s’intenda dell’affetto umano, e non bestiale; et assegna
- ↑ C. M. di natura: imperocchè formare la voce viene dall’istrumenti naturali, Ma
- ↑ C. M. all’edificazione della
- ↑ C. M. Ma nel luogo preallegato dimostra l’autore che lo primo linguaggio si perdesse in tutto, come appare nel testo. E contradice a S. Agostino