79Onde me’ che dinanzi viddi poi,1
E quasi stupefatto dimandai
D’un quarto lume, ch’io viddi con noi.2
82E la mia donna: Dentro da quei rai
Vagheggia ’l suo Fattor l’anima prima,
Che la prima Virtù creasse mai.
85Come la fronde, che flette la cima3
Nel transito del vento, e poi si leva
Per la propria virtù che la sublima,
88Fec’io in tanto, in quanto ella diceva,
Stupendo, e poi mi rifece sicuro
Un disio di parlare und’io ardeva.
91E cominciai: O pomo, che maturo
Solo produtto fusti, o padre antico,
A cui ciascuna sposa è figlia e nuro,
94Divoto quanto posso a te supplico,
Perchè mi parli: tu vedi mia voglia;
E, per udirti tosto, nolla dico.4
97Tal volta uno animal coverto broglia,5
Sì che l’affetto convien che si paia,
Per lo seguir che face in lui la voglia;
100E similmente l’anima primaia
Mi facea trasparer per la coverta
Quant’ella a compiacermi venia gaia.
103Indi spirò: Senza essermi proferta:
Dante, la voglia tua discerno mellio,6
Che tu qualunche cosa t’è più certa;
- ↑ v. 79. C. A. meio che dinanzi vidi
- ↑ v. 81. C. A. vidi tra noi.
- ↑ v. 85. Flette; piega dal latino flectere, che vale piegare. E.
- ↑ v. 96. C. M. C. A. non la
- ↑ v. 97. C. A. coperto
- ↑ v. 104. C. A. meglio,