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[v. 28-39] | c o m m e n t o | 673 |
a l’uno a l’altro. Cosi; cioè per si l’atto modo, vidd’io; cioè Dante, l’uno Principe glorioso; cioè santo Iacopo, essere accolto; cioè essere ricevuto, dall’altro grande Principe; cioè da santo Piero che fu lo primo papa, sicchè ben fu grande principe, Laudando ’l cibo; cioè lodando Iddio, che è lo cibo de’ beati, che lassù li prande; cioè lo quale cibo, cioè Iddio, in vita eterna li sazia. Ma poi che ’l gratular; cioè lo rallegrarsi insieme, si fu asciolto 1; cioè fu finito e come compiuto, Tacito coram me; cioè innanzi a me Dante, ciascun; cioè di questi due Apostoli, cioè santo Piero e santo Jacopo, s’affisse; cioè si fermò, Ignito; cioè affocato, sì; cioè per sì fatto modo, che vincea ’l mio volto; cioè la mia vista: imperò che io 2 nolli poteva ragguardare.
C. XXV — v. 28-39. In questi quattro ternari lo nostro autore finge che Beatrice confortasse santo Iacopo che dimandasse Dante, et esaminasse sopra la seconda virtù teologica, cioè sopra la speranza; e come santo Iacopo confortò Dante che levasse suso lo capo et attendesse a quello che voleva dire,dicendo cosi: Ridendo allora; cioè quando amenduni quelli spiriti si affocati s’affissero innanzi a me Dante, Beatrice; cioè la mia guida, disse; a quello spirito, che di nuovo era venuto, cioè a santo Iacopo: Inclita vita; cioè o gloriosa anima, che fusti vita del tuo corpo quando fusti coniunta con lui, et ora sei tutta separata, per cui; cioè per la quale, l’allegrezza Della nostra Basilica; cioè lo gaudio della nostra Chiesa triunfante: altro testo dice la largezza: imperò che santo Iacopo nella sua Epistola canonica dimostra de la larghezza d’Iddio, quando dice: Omne datum optimum, et omne donum perfectum desursum est, descendens a patre luminum; e basilica tanto viene a dire, quanto casa reale, si scrisse; quando scrisse le sue Epistole canoniche, Fa risonar la spene in questa altezza; cioè la che qui in cielo si dica di costui 3, che è qui meco, la speranza che cosa sia. Ben procede l’autore nella sua fizione: imperò che santo Piero, che tiene figura di fede, fece essere esaminatore di sè sopra la fede; e santo Iacopo, che tiene figura di speranza, induce esaminatore sopra la speranza: e così inducerà 4 santo Ioanni evangelista, che tiene figura di carità, che fia esaminatore di carità. Tu; cioè santo Iacopo, sai; questo cioè, che tante volte la figuri; cioè la speranza più, che gli altri Apostoli, Quante Iesu; cioè lo nostro Salvatore, ai tre; cioè discepoli suoi et Apostoli, fe più chiarezza; cioè manifestamento di sè, che agli altri: imperò che, come appare nell’Evangelio di santo