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127Co le sue stole nel beato chiostro
Son le due luci sole che saliro;
E questo porterai nel mondo vostro.
130A questa voce l’infiammato giro
Si quietò con esso ’l dolce mischio,
Che si facea nel suon del trino spiro;
133Siccome, per cessar fatica o rischio,
Li remi pria ne l’acqua ripercossi
Tutti si posano al sonar d’un fischio.
136Ahi quanto ne la mente mi commossi,
Quando mi volsi per veder Beatrice,
Per non poter vederla, bench’io fossi
139Presso di lei, e nel mondo felice!
C O M M E N T O
Se mai continga che ’l poema sacro ec. Questo è lo xxv di questa terza cantica, nel quale l’autore introduce santo Iacopo che lo esaminò della speranza, et oltra introduce santo Ioanni che nel seguente canto lo esaminerà della carità. E dividesi questo canto principalmente in due parti: imperò che prima introduce santo Iacopo che lo esaminò della speranza; nella seconda compie l’esaminazione della speranza et introduce santo Ioanni evangelista, dicendo alcune cose notabili, et incominciasi quine: Mentr’io dicea ec. La prima, che sarà la prima lezione, si divide in parti sei: imperò che prima finge com’elli visse in isperanza di ritornare in Fiorenza e di poetarsi 1 in Santo Ioanni; nella seconda finge come santo Iacopo uscitte della ruota e venne in verso Beatrice e lui, et incominciasi quine: Indi si mosse un lume ec.; nella terza parte finge come Beatrice pregò lo spirito che era venuto a loro, che finge che fusse santo Iacopo, che dimandasse Dante della speranza, e come confortò lui, et incominciasi quine: Ridendo allora ec.; nella quarta parte finge come santo Iacopo lo dimandò che cosa è speranza e come elli l’avea, et incominciasi quine: Poichè per gra-
- ↑ Poetarsi; coronarsi poeta. E.