46Dì quel ch’ell’è, e come se ne ’nfiora
La mente tua, e dì onde a te venne:
Così seguì ’l secondo lume ancora.
49E quella pia, che guidava le penne1
Delle mie ali a così alto volo,
A la risposta così mi prevenne:
52La Chiesa militante alcun figliuolo
Non à con più speranza, com’è scritto
Nel Sol che raggia tutto ’l nostro stuolo.
55Però li è conceduto che d’Egitto
Vegna ’n Ierusalem per vedere.2
Anzi che ’l militar li sia prescritto.
58Li altri du’ punti, che non per sapere,
Son dimandati; ma perchè rapporti,3
Quanto questa virtù t’è in piacere,
61A lui lasc’ io: chè non li saran forti,
Nè di iattanza; et elli a ciò risponda.
E la grazia di Dio ciò li comporti.
64Come ’l discente, ch’ai dottor segonda
Pronto e libente in quel ch’elli è esperto,4
Perchè la sua bontà si disnasconda,5
67Spene, diss’io, è uno attender certo
Di gloria futura, il qual produce6
Grazia divina e precedente merto.
70Da molte stelle mi vien questa luce;
Ma quel la distillò nel mio cuor pria.7
Che fu sommo cantor del sommo Duce.
- ↑ v. 49. C. A. guidò le
- ↑ v. 56. C. A. in Gerusalemme
- ↑ v. 59. C. A. perch’ei
- ↑ v. 65. C. A. Come discente che a dottor seconda
- ↑ v. 66. C. A. disasconda,
- ↑ v. 68. C. A. Della gloria futura, qual
- ↑ v. 71. C. A. Ma quei la