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656 | p a r a d i s o x x i v . | [v. 70-78] |
nel subietto; così la speranza sta nella fede; e però dice che fede non è altro che sustanzia di cose sperate, Et argomento de le non parventi 1; cioè delle cose che non appaiano: imperò che co la fede s’argomenta che sia vita eterna, e così l’altre cose che non appaiano. E questa pare a me; cioè a me Dante, sua quiditate; cioè sua diffinizione: imperò che la diffinizione è quella, che manifesta che cosa è lo diffinito. Allora udi’; cioè parlare san Piero: Dirittamente senti; cioè tu, Dante, de la fede, Se bene intendi, perch’ella si puose; cioè la fede, Tra le sustanzie; cioè quando la diffinizione dice: Fede è sustanzia ec., e poi tra li argomenti; quando disse: Et argomento de le non parventi; cioè come àe detto la diffinizione posta di sopra: argomento è ragione che fa fede della cosa dubbiosa.
C. XXIV — v. 70-78. In questi tre ternari lo nostro autore finge come, addimandato di sopra da san Piero, perchè fede si dice spene di sustanzia e d’argomento, elli lo dichiarò dicendo così: Et io; cioè Dante rispuosi così, s’intende, appresso; cioè dopo la detta dimanda senza indugio. Le profonde cose; cioè l’alte cose, che sono sopra li cieli, Che; cioè le quali cose alte e celestiali, mi largiscon; cioè donano a me Dante, qui; cioè in questo luogo, cioè in cielo dove io ora sono, cioè mentalmente, si debbe intendere, la lor parvenza; cioè la loro apparenzia, cioè che le veggo qui, A li occhi di laggiù; cioè a li occhi dei mortali, che sono giù nel mondo, son sì nascose; cioè sì occulte et appiattate, Che l’esser loro; cioè de le cose celesti, v’è in sola credenza; cioè in solo credere: imperò che li mondani non ànno altro de le cose celesti, se non che le credeno; dunqua le cose celesti appresso li mondani sono solo nel credere. Sopra la qual; cioè credenza, si fonda l’alta spene; cioè l’alta speranza: imperò che la speranza è de le cose che l’omo crede 2, e la fede non è altro che credere fermamente; dunqua quando le cose celesti si credeno fermamente questo è fede, e quinci nasce la speranza che l’uomo àe d’avere quello che crede essere fermamente; dunqua ben dice la diffiìnizione che fede è sustanzia de le cose che si sperano e debbonsi sperare; e così si vede che la fede è lo fondamento della speranza e conviene andare innanzi a la speranza; e quinde conchiude l’autore, quando dice: E però di sustanzia prende intenza; cioè piglia la fede intenzione di sustanzia, cioè d’esser chiamata sustanzia. E, dichiarato perchè la fede si dice sustanzia, ora dichiara perchè si dice argomento, dicendo: E da questa credenza; che è la
- ↑ S. Paolo Epist. ad Hebraeos xi-i. Est autem fides sperandarum substantia rerum, argumentum non apparentium. - Ed Albertano da Brescia - Della Dilezione di Dio - cap. iv - Fede è sostanza di cose da sperare, ed argomento e prova di cose non appariscenti. E.
- ↑ C. M. crede le cose certamente, che l’omo non vede e di che l’omo non à contezza; dunqua