Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
c a n t o xxiv. | 649 |
133Et a tal creder non ò io pur prove
Fisiche e metafisiche; ma dalmi1
Anche la verità che quinci piove,
136Per Moise, per Profeti, e per Psalmi,
Per l’Evangelio, e per voi che scriveste,
Poi che l’ardente Spiro vi fece almi.2
139E credo in tre Persone eterne, e queste
Credo una essenzia sì una e sì trina,
Che sofferra congiunto sono et este.3
142De la profonda condizion divina,4
Che io tocco mo, la mente mi sigilla
Più volte l’evangelica dottrina.
145Quest’è ’l principio, quest’è la favilla
Che si dilata in fiamma poi vivace,
E, come stella in Cielo, in me scintilla.
148Come ’l signor ch’ascolta quel che i piace,
Da indi abbraccia ’l servo, gratulando
Per la novella, tosto ch’el si tace;
151Così benedicendomi cantando
Tre volte cinse me, come io tacqui,
L’apostolico lume, al cui comando5
154lo avea detto: sì nel dir li piacqui.
- ↑ v. 134. C. A. Fisice
- ↑ v. 138. C. A. fe almi.
- ↑ v. 141. Est; è, dall’est latino acconciato alla forma della nostra favella. Grad. s. Geronimo 99 «Lo corpo este morto senza spirito». E.
- ↑ v. 142. C. A. congiunzion
- ↑ v. 153. C. M. alcun domando