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C A N T O XXIV.
1O Sodalizio eletto a la gran Cena
De l’Agnel benedetto, il qual vi ciba,
Sicchè la vostra voglia è sempre piena;
4Se per grazia d’Iddio questi preliba1
Di quel che cade da la nostra mensa,2
Prima che morte tempo li prescriba,1
7Ponete mente a l’ affezion immensa,
E roratelo alquanto: voi bevete
Sempre nel fonte, onde vien quel ch’ei pensa.3
10Così Beatrice; e quelle anime liete
Si fero spere sopra fermi poli,4
Fiammando forte a guisa di comete.
13E, come cerchi in tempra d’oriuoli
Si giran sì, che ’l primo a chi pon mente
Quieto pare, e l’ultimo che voli;
16Così quelle carole, differente-
Mente danzando, de la sua ricchezza
Mi si facean stimar veloci e lente.5
- ↑ 1,0 1,1 vv. 4, 6. Preliba, prescriba; voci latine di cui, come pure di altre, abbiamo non rari esempi in quella età che il volgar nostro non era ancora fermato. Innanzi di giudicare di parole siffatte, d’uopo è ricondursi alla stagione, in che vennero adoperate. E.
- ↑ v. 5. C. M. C. A. vostra
- ↑ v. 9. C. A. del fonte
- ↑ v. 11. C.A. sovra fissi poli,
- ↑ v. 18. C. A. Mi facieno